Lei è stato uno dei protagonisti dell’approvazione del PRG ed è ancora considerato una figura politica importante nello strategico settore dell’Urbanistica ad Alcamo, perché oggi si dimette da un ruolo che in apparenza sembrava appropriato?
Ogni decisione è sempre la sommatoria di tanti motivi: personalmente non avvertivo più piena fiducia nel mio operato e recentemente ho anche avvertito la strana sensazione di costituire un ostacolo. Inoltre, molto lavoro di proposta svolto dalla commissione non è stato in questi anni valorizzato come meritava e ciò ha contribuito decisamente a creare nel tempo qualche incomprensione nei rapporti con l’amministrazione.
Secondo lei si è perso lo slancio dei precedenti anni nel campo urbanistico?
L’Urbanistica sta vivendo ad Alcamo una stagione difficile: non riesce a puntellare l’edilizia privata né a rilanciare strategicamente la pianificazione del territorio avviando la revisione del PRG. Purtroppo, le Varianti approvate in CC giacciono dimenticate all’Assessorato Regionale; l’informatizzazione delle pratiche dell’edilizia privata, che avevo personalmente avviato, oggi inspiegabilmente langue (sarebbero azzerati tempi morti e realizzata una completa trasparenza nelle procedure); parcheggi e sottopassi di Alcamo Marina sono irrimediabilmente persi in incomprensibili lungaggini amministrative; le manutenzioni della città conoscono crescenti difficoltà e talune zone del centro abitato non sono ancora dotati di allacci fognari!!
E’ vero: sono annunciati grandi finanziamenti che presto potrebbero contribuire a rilanciare il settore, ma il futuro non lenisce le difficoltà del presente che avrebbe invece bisogno di interventi urgenti e di risorse decisamente maggiori.
Questa decisione sembra sottintendere dei rapporti non idilliaci con la maggioranza di cui fa parte, cosa c’è di vero e cosa di dietrologia?
Intanto sgombriamo il campo da facili e malevoli equivoci: sono il Presidente del Pd alcamese, credo nella maggioranza e non ho problemi politici con nessuno. Di solito, le dimissioni sono segno evidente di incomprensioni e di opinioni o proposte politiche differenti; e le mie dimissioni non fanno certo eccezione: considero personalmente che i settori LL.PP. e Urbanistica non hanno oggi l’attenzione politica di cui invece dovrebbero assolutamente godere, essendo tradizionalmente i comparti trainanti dell’economia dei comuni. Accennavo brevissimamente solo ad alcuni dei nodi irrisolti, ma ce ne sono anche altri. Abbiamo sempre spinto, la III commissione ed io, per moltiplicare risorse e attenzione politica su questi comparti strategici, ma non abbiamo ottenuto spesso risposte incoraggianti.
Il Bilancio e il Piano triennale delle OO.PP., infatti, hanno evidentemente assecondato altre logiche e altre priorità politiche.
Non ci sono altre verità, queste sono le cause … il resto è conseguenza.
Lei è considerato da sempre una voce libera e critica all’interno del PD, potrebbe essere il nuovo candidato a Sindaco?
Debbo riconoscere che, al di là della mia volontà, il mio profilo personale e politico è spesso accompagnato da considerazioni simili alla tua; ma non sempre con connotazioni diciamo … positive; infatti, un altro termine è “scomodo”.
Personalmente, preferisco riconoscermi invece nella ricerca di una mia irrinunciabile coerenza nell’impegno politico. In questi anni, sin dal ’93, ho sempre cercato di fare del mio meglio, mettendo a disposizione della politica e della città ciò che sono e che so fare. Da questo punto di vista, sono in pace con la mia coscienza.
Per il resto, compatibilmente con le necessità della mia famiglia e del mio lavoro, sono sempre stato e resto a disposizione del PD; ma sinceramente la poltrona a cui tu accenni non mi pare della mia misura.