Il Consiglio Comunale di Partinico lo scorso 15 Settembre ha approvato, celermente, una Variante al PRG comunale riguardante il cambio di destinazione urbanistica di un’area di 163.000 mq. in c/da Bosco Falconeria, da zona agricola a zona industriale ( D1 – insediamento di industrie insalubri di prima classe ).
L’area interessata si trova in prossimità del territorio alcamese, ed è di proprietà dell’imprenditrice Bertolino, storica titolare dell’omonima distilleria.
Tutto questo fa sorgere delle perplessità tanto da spingere Massimo Fundarò di Sinistra Italiana ad esprimere la propria posizione in un comunicato che pubblichiamo:
“Si è dato corso ad un protocollo d’intesa fra il comune di Partinico e la stessa Bertolino, siglato qualche anno fa, che prevedeva la delocalizzazione della vecchia distilleria sita all’interno della città, in cambio di questa inedita zona industriale dove verrà allocato il nuovo impianto.
Siamo fortemente preoccupati per questo progetto, di cui non si comprendono bene le effettive finalità.
Nel progetto di massima dell’industria da costruire in c/da Bosco Falconeria si parla genericamente di nuovo impianto di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, di impianto a bio masse, di una caldaia a combustione prevista nel processo produttivo.
Visti i precedenti storici dell’imprenditrice Bertolino, della storia quarantennale della distilleria più grande d’Europa, vogliamo che ci siano date, al più presto, delle risposte precise.
Quale industria verrò costruita in c/da Bosco Falconeria? Cosa Produrrà? Nell’iter burocratico-amministrativo sono state rispettate tutte le norme tecniche ed ambientali previste dal nostro ordinamento?
Già avanziamo molti dubbi.
Le modalità di approvazione della variante ci allarmano, non vorremmo che questo sia, solo, un espediente per rifilare al nostro territorio un impianto ad alto tasso d’inquinamento.
Alcuni parlano di possibile inceneritore o di qualcosa di simile, noi ci vogliamo attenere ai fatti fino ad adesso registrati.
Però non possiamo non sottolineare che un impianto di tali dimensioni, situato in un’area a confine di tre comuni ( Alcamo, Partinico, Balestrate ),in una zona a forte vocazione agricola e turistica, numerose le impese agricole Bio e i Bagli storici con alta ricettività di ristorazione, c’entra come un cavolo a merenda.
Invitiamo i Sindaci dei comuni interessati e dell’intero comprensorio, la Regione Sicilia che deve dare l’ok alle procedure autorizzative, ad approfondire la questione ed a rendersi interpreti delle forti perplessità dei cittadini che non permetteranno che il loro territorio subisca una nuova ferita ambientale.
Noi, da parte nostra, non perdiamo neanche un giorno di tempo. Stiamo già costituendo un Comitato aperto al contributo di tutti coloro che hanno a cuore la salute dei cittadini e l’integrità ambientale del Golfo di Castellammare”.