Il “clan” del cemento, prima condanna

Il gup infligge 12 anni a Vito Turriciano

C’è stata la prima condanna per gli indagati dell’operazione “cemento del golfo” condotta l’anno scorso dai carabinieri. L’unico degli indagati che ha scelto il rito abbreviato, il settantenne Vito Turriciano, è stato condannato a 12 anni per mafia ed estorsioni dal gup Fabrizio Anfuso. Una condanna severa che conferma la solidità delle prove che hanno portato al blitz che ha sgominato il clan capeggiato dal boss Mariano Saracino, il “ministro delle finanze” della mafia castellammarese, già condannato per mafia e che tornato libero ha ripreso velocemente in mano la cosca di Castellammare del Golfo. Saracino è sotto processo dinanzi al Tribunale di Trapani assieme a Martino Magaddino, Vito e Martino Badalucco, Vincenzo Artale. Turriciano dovrà risarcire le imprese “vittime” del racket, Siar, Mollica Francesco e Antonino, Tecnordest. Risarcimento anche per il Comune di Castellammare, per Confindustria, per le associazioni Libero Futuro- associazione antiracket Libero Grassi, centro studi onlus Pio La Torre, associazione antiracket Alcamese.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.