Raccontare Cosa Nostra dal tempo delle stragi, seminario a Palermo

“Raccontare cosa nostra dal tempo delle stragi” è il tema di un seminario che si svolgerà  a Palermo, il 12 maggio allo Steri,  con autorevoli esperti e gli studenti del Master in Analisi Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata e della Corruzione dell’Università di Pisa e del Laboratorio di Sociologia della criminalità di Palermo.  Apriranno i lavori il rettore Fabrizio Micari e la direttrice del Dipartimento Culture e Società, Maricetta Di Natale. Interverranno  Alessandra Dino, Alberto Vannucci, Roberto Scarpinato, Renato Cortese, Vincenzo Gervasi, Sergio Lari, Girolamo Lo Verso e Salvatore Costantino.  Ecco una breve introduzione della coordinatrice Alessandra Dino.  

Al di là dell’appeal mediatico e dell’accattivante illusione di offrire facili soluzioni a problemi complessi, ha scarsa utilità conoscitiva il dibattito che vede da anni disputare sullo stato di salute delle mafie; esitare aleatorie classifiche di pericolosità; stilare rigide agende di priorità nelle politiche di intervento e nelle scelte investigative.

Il processo ha inizio quando alla cruenta stagione stragista dei primi anni ’90, segue una dura repressione che azzera progressivamente (seppur con ritardi e eccezioni) i vertici di Cosa Nostra.

Mentre l’organizzazione criminale tace, cresce la confusione sulla mafia siciliana, favorendo interpretazioni talvolta miopi e bipolari: propense a derubricare il fenomeno a “emergenza minore” ma desiderose di mantenere desta l’attenzione sulle capacità di controllo del territorio, sui legami con il mondo della politica, sulla presenza dentro i mercati internazionali.

Quel che sembra venir meno è la prospettiva storica che induce a riflettere sugli ultimi 30 anni; quando, dopo una feroce guerra di mafia, la leadership di Riina si afferma imponendo nuovi modelli organizzativi, nuove strategie criminali, nuove alleanze coi “referenti esterni”. Al centro, le stragi del ‘92-‘94, inserite in una densa cornice di misteri, depistaggi, presenze estranee, omissioni e errori investigativi e accordi segreti.

Sono questi vuoti a rendere opaco il volto odierno di una Cosa Nostra, in crisi di leadership e attendista. In un quadro evolutivo non prevedibile, la partita con gli interlocutori istituzionali non si è chiusa; si può ancora disporre di una forte solidità economica; c’è ancora qualche jolly da giocare facendo leva su “promesse non mantenute”.

Su questi temi rifletteremo con l’aiuto di autorevoli esperti, insieme agli studenti del Master in Analisi Prevenzione e Contrasto della Criminalità Organizzata e della Corruzione dell’Università di Pisa e del Laboratorio di Sociologia della criminalità dell’Università di Palermo, ponendo al centro dell’analisi gli episodi stragisti che hanno insanguinato il nostro Paese nei primi anni ’90 del secolo scorso. Episodi nei quali il ruolo da protagonista giocato da Cosa Nostra, mostra sensibili anomalie rispetto al suo modus operandi, spingendoci a confrontarci con le trasformazioni attraversate dalle mafie negli ultimi 25 anni e a interrogarci sulla diffusione del “metodo mafioso”, sulle relazioni che legano le organizzazioni criminali con il crimine dei potenti e con la crisi della democrazia.

di Alessandra Dino

Fonte: www.piolatorre.it

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