Castellammare, la poesia di strada come veicolo di legalità

CASTELLAMMARE DEL GOLFO. La poesia di strada come veicolo di integrazione, di aggregazione a favore della legalità. In questi giorni il poeta di strada udinese Mathias Pds è tornato a Castellammare del Golfo per un altro “attacco poetico”. Dopo la visita dello scorso gennaio ha mantenuto la promessa ed è tornato: “Castellammare è davvero una città meravigliosa. È una città perfetta per gli artisti di strada in generale, per la Street art e per i poeti di strada” – spiega Mathias Pds.

Castellammare, città ispiratrice per molti artisti, negli ultimi anni sta attirando molti importanti artisti di strada. Molti vengono ad ammirare anche le opere di Giovanni Bosco sui muri del centro storico. “Qui a Castellammare mi trovo bene, ho stretto molte amicizie, soprattutto con alcuni ragazzi dei centri di accoglienza. – spiega – Quest’anno oltre a Castellammare, grazie a Simona Nasta dell’associazione Trinart, che si impegna a creare interscambi sociali, e in collaborazione con NpS, sono andato anche a Cinisi e nei prossimi giorni mi sposterò a Palermo”.

Mathias Pds da anni si occupa di “poesia urbana” con l’associazione culturale dei “Poeti della Sera”, una nuova forma di arte che racchiude il mondo della Street art  e della poesia. Attraverso lo “stencil” i poeti della sera lasciano opere indelebili sui muri delle città, richiamando anche temi sociali. Dopo i precedenti “attacchi poetici” oggi ha realizzato due nuove opera, una all’interno della Villa Olivia di Castellammare del Golfo e un’altra in una saracinesca di via Gioberti. “La poesia può essere un importante veicolo per trattare temi sociali. A Cinisi– spiega – ho realizzato una poesia su un muro rivolta alla prevenzione dell’ HIV. È anche il dovere di un poeta di strada puntare l’attenzione su certe tematiche sociali quali: immigrazione, prevenzione, amore, diritti, uguaglianza, e soprattutto legalità anche contro la mafia.”

“L’arte di strada – sottolinea Mathias Pds – nasce come illegale, un’arte veloce, istantanea, oggi invece si assiste ad una Street art sempre più legale e richiesta da amministrazioni pubbliche e private. Ed è questa la cosa più bella, lavorare nella piena legalità e lasciare qualcosa di indelebile sulla saracinesche o sui muri delle città”.

Sabato scorso, presso la villa regina Margherita, è stato presentato il suo libro “Fra il silenzio e il rumore”, Edito da Campanotto Editore, tra i finalisti del premio internazionale “Camaiore” 2017. La presentazione è stata curata dall’associazione di volontariato TrinArt, con il centro culturale Peppino Caleca, MiscelArt e il circolo Arci Artemisia. Una presentazione che ha riscontrato successo: “Sono davvero soddisfatto della presentazione, è stato un modo per farmi conoscere anche dagli artisti e poeti locali. Ogni forma di arte, – aggiunge – quindi anche la poesia, tradizionale o di strada, va condivisa e diffusa il più possibile. È stato uno scambio reciproco con i poeti locali davvero utile, sono state messe insieme molte realtà, ringrazio davvero tutti gli organizzatori. L’arte è anche questo: mettere insieme varie dimensioni, perché la poesia non deve sopravvivere solo su un foglio di carta, ma deve trovare sempre nuove forme alternative: l’importante è far passare il messaggio. Oggi la lingua italiana e la poesia in generale stanno morendo, per questo credo sia fondamentale mantenerla in vita partendo anche dai più giovani, per questo sto portando avanti un progetto con le scuole”.

“Sono convinto che oggi bisogna amare di più e odiare di meno, anche se l’amore non basta. È un pensiero semplice quanto complesso. Dobbiamo lavorare tutti insieme, fare rete per favorire l’integrazione e la diffusione della legalità. La poesia – conclude Mathias Pds – può essere decisiva perché ha la forza di veicolare tantissimi messaggi che possono diventare anche slogan. La poesia, quindi, come atto rivoluzionario”.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.