Calatafimi: l’amministrazione comunale è favorevole, ma l’illustrazione del progetto non sembra essere stata fedele alla realtà. L’attacco dell’on. Massimo Fundarò, associazione Eco.
Se ne parla da qualche settimana, a Calatafimi Segesta dovrebbe essere realizzato un impianto per la produzione di biometano, tramite la lavorazione della frazione umida dei rifiuti. Smaltimento di rifiuti e rispetto dell’ambiente la caratteristica. L’impianto è stato proposto dalla “Solgesta s.r.l.” con sede legale a Roma, ed ora deve essere approvato dall’Assessorato Regionale ai Rifiuti e all’Energia a cui è stato presentato direttamente dalla stessa “Solgesta srl”. Il progetto è stato anche oggetto di una specifica conferenza di servizi. Un impianto che per come è stato presentato dall’amministrazione comunale possiede tutte le caratteristiche in linea con la tutela dell’ambiente, ma ulteriori approfondimenti tendono a evidenziare che l’impianto potrebbe diventare anche altro, c’è infatti chi sostiene, come il presidente dell’associazione Eco , l’on. Massimo Fundaro’ , un vero e proprio gassificatore, con emissioni inquinanti a danno dell’ambiente. Non è la prima volta che gruppi imprenditoriali si muovono individuando Calatafimi come luogo adatto di insediamento di impianti industriali destinati alla trasformazione dei rifiuti. Del progetto odierno l’amministrazione comunale è certa sul fatto che la salubrità dell’ambiente non è posta in pericolo. “Sarà un impianto di piccole dimensioni per la produzione di biometano da 600 mc/ora e per il recupero in cogenerazione della energia termica e elettrica indispensabili al funzionamento – ha sottolineato l’assessore all’ecologia del Comune di Calatafimi, Gioacchino Tobia , così si è letto sul Giornale di Sicilia – Interesserà un ambito privo di vincoli paesaggistici ed ambientali, non prossimo a centri abitati, rispondente al Piano d’azione per le Energie Rinnovabili inerente gli obiettivi da raggiungere al 2020 al fine di ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera attraverso la limitazione di utilizzo di fonti fossili”. L’impianto è previsto che venga realizzato nei pressi dello svincolo di Gallitello, in territorio di Calatafimi, la società abbia già acquistato il terreno. “L’impianto sfrutterà la biomassa consistente nella parte biodegradabile dei rifiuti urbani e nei residui provenienti dall’agricoltura e dell’industria alimentare. Tanti dubbi però sull’effettiva trasparenza del progetto. A muso duro contro l’amministrazione comunale di Calatafimi si mostra l’ex deputato ed ex vice sindaco di Alcamo Massimo Fundarò, portavoce di una serie di malumori insorti nella cittadinanza e presidente dell’associazione Eco: “Quello che sta succedendo a Calatafimi è molto grave – dice Fundarò – il sindaco Sciortino ha omesso di dire tutta la verità sull’impianto di trattamento dei rifiuti che verrà costruito in contrada Gallitello. Ha convocato una riunione per informare la cittadinanza sui dettagli dell’impianto, parlando di Biometano e di rifiuti organici, e quindi di un impianto sostenibile, senza particolari emissioni inquinanti. È venuto fuori invece, che non è così”. Ci spieghi meglio: “Si tratta, in realtà, – risponde Massimo Fundarò – di un gassificatore che potrà trattare 130 mila ton/annue, 60 mila di organico e 70 mila di RSU alla temperatura di 600/1200 gradi con emissioni altamente inquinanti e pericolose per la salute dei cittadini. Riteniamo che la modalità di comunicazione utilizzata dal sindaco sia contraria alla legge, ed il fatto che sia avvenuta alla scadenza del termine per la presentazione di opposizioni ed osservazioni è un altro grave elemento che inficia tutta la procedura seguita dall’amministrazione di Calatafimi, che fra l’altro aggira procedimenti molto più stringenti di Via, Vas, Aia”. Insomma ce ne è per porre la questione all’attenzione anche della magistratura, sperando che la Regione con i suoi uffici mostri migliore attenzione rispetto a quella sino ad ora assicurata: “Il sindaco Sciortino – aggiunge ancora Fundarò – ha tenuto all’oscuro non solo i cittadini di Calatafimi, di ciò che si intende realmente costruire in contrada Gallitello, ma anche tutti i comuni e gli abitanti ad esso vicino e quindi Alcamo, Camporeale, Gibellina, Salemi, Vita, S. Ninfa ecc.. Non riusciamo a comprendere perché l’impianto di compostaggio aerobico pubblico, benché approvato e finanziato, non viene realizzato (con vantaggi economici superiori rispetto a quanto proposto dal privato) ed iniziative private, obsolete, inquinanti, sconosciute ed uniche in Italia, in contrasto con la normativa europea (che mette al primo posto il riuso, il riciclo e la raccolta differenziata) vengano, invece, sponsorizzate dai nostri amministratori. Il nostro territorio non può tollerare un ulteriore attacco alla sua integrità ambientale ed alla salute dei suoi cittadini. Ad est il progetto di Inceneritore della Bertolino in contrada Bosco Falconeria, ad ovest il Gassificatore di contrada Gallitello. Alcamo si troverà accerchiata da impianti industriali altamente inquinanti e pericolosi. Non lo permetteremo!”. E siccome poi spesso talune iniziative imprenditoriali nel nostro territorio non si fanno mai mancare nulla di negativo, c’è chi sostiene che tra gli imprenditori che si muoverebbero dietro le quinte di questo progetto ce ne sono alcuni che in questi ultimi anni sono finiti anche sotto inchiesta anche per collusioni con l’associazione mafiosa. Vedremo meglio più avanti . Ma intanto alcuni di questi imprenditori sono stati spesso avvistati negli uffici comunali. A tu per tu con i dirigenti della pubblica amministrazione. Il nome? O i nomi? Alla prossima puntata.