La Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans intercetta gommone alla deriva, adesso attende un porto sicuro. Salvini su Twitter frena: “Porti chiusi”. VIDEO
Si riaccende lo scontro politico sui migranti, dopo il salvataggio di ieri di 49 persone in mare da parte della “Mare Jonio” di Mediterranea Saving Humans, nave battente bandiera italiana impegnata nella missione di monitoraggio del Mediterraneo centrale. Ieri pomeriggio ha soccorso, a 42 miglia dalle coste libiche, 49 persone che si trovavano a bordo di un gommone in avaria che imbarcava acqua. A comunicarlo la stessa ong sulla propria pagina Facebook. Così, dopo settimane di calma apparente, torna ad accendersi lo scontro politico sulle ong. Il Vice Premieri Salvini ha infatti immediatamente frenato sullo sbarco in Italia.
La segnalazione alla “Mare Jonio” era arrivata dall’aereo di ricognizione Moonbird della ONG Sea Watch che avvertiva di una imbarcazione alla deriva in acque internazionali. “Mare Jonio – raccontano sui social – si è diretta verso la posizione segnalata e, informata la centrale operativa della Guardia Costiera Italiana, ha effettuato il soccorso ottemperando alle prescrizioni del diritto internazionale dei diritti umani e del mare, e del codice della navigazione italiano. Attenendosi alle procedure previste in questi casi e per scongiurare una tragedia, Mare Jonio ha tratto in salvo tutte le persone a bordo comunicando ad una motovedetta libica giunta sul posto a soccorso iniziato di avere terminato le operazioni. Tra le persone soccorse, 12 risultano minori”. In queste ore restano in attesa di un porto sicuro in cui sbarcare con le persone salvate in mare ieri.
“Le 49 persone a bordo – scrivono i volontari della ong italiana – si trovavano in mare da quasi 2 giorni e, nonostante le condizioni di salute risultino abbastanza stabili, sono tutte molto provate con problemi di disidratazione. Il personale medico di Mediterranea sta prestando assistenza”.
La Mare Jonio, dopo il salvataggio, è in navigazione verso l’isola di Lampedusa, ovvero il porto sicuro più vicino rispetto alla zona in cui è stato effettuato il soccorso. A preoccupare nel frattempo la forte perturbazione nel Mediterraneo centrale in arrivo nelle prossime ore.
“Abbiamo chiesto formalmente all’Italia, nostro stato di bandiera e stato sotto il quale giuridicamente e geograficamente ricade la responsabilità, l’indicazione di un porto di sbarco per queste persone. Oggi – continuano – abbiamo salvato la vita e la dignità di 49 esseri umani. Le abbiamo salvate due volte: dal naufragio e dal rischio di essere catturate e riportate indietro a subire di nuovo le torture e gli orrori da cui stavano fuggendo. Ogni giorno, nel silenzio a moltissime altre tocca questa sorte. Grazie ai nostri straordinari equipaggi di terra e di mare, alle decine di migliaia di persone che in tutta Italia ci hanno sostenuto, oggi quel mare non è stato più solo cimitero e deserto”.
La Mare Jonio era partita dal porto di Palermo lo scorso 16 marzo per una nuova missione nel mediterraneo. Sulla nave sventolano le bandiere delle città di Napoli e Palermo, oltre a quelle dell’Unione Europea e dell’Italia.
In serata il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, sui social, ha commentato la notizia in modo perentorio: “I porti erano e rimangono chiusi”. Intanto i 49 migranti, di cui 12 minori, attendono di conoscere il loro destino, con la paura che possa ripetersi quanto accaduto alla nave Diciotti. Dopo il viaggio nel deserto, le torture nei centri di detenzione in Libia e i due giorni passati in mare, un’altra importante sfida li attende: riuscire a sbarcare in un porto sicuro.
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