Le elezioni per le Ex Province si dovevano tenere il 30 giugno 2019, avete letto bene si dovevano, all’Assemblea Regionale Siciliana passa l’emendamento per il rinvio delle elezioni per le ex province, che sono sotto commissariamento. La nuova data? non oltre il 30 maggio 2020. La proposta era stata formulata dal Gruppo Misto, dall’Udc, da Fratelli d’Italia, dai Popolari e Autonomisti e da Sicilia Futura”.
Un plauso da parte di quei sindaci, con alla testa il sindaco di Messina, Cateno De Luca, che avevano realizzato una marcia il 15 maggio appunto per richiedere il rinvio delle elezioni per le città metropolitane, una clausola del cosiddetto “Patto della Madonnina”.
Invece di avviso contrario molti esponenti dell’opposizione, che parlano di irresponsabilità e farsa, in più sottolineano lo spreco dei soldi per separare le elezioni amministrative dalle Europee proprio per consentire ai Comuni che andavano ad elezioni di poter partecipare alle elezioni per le ex Province”. In sintesi questo il pensiero dei 5 Stelle, ma una stoccata arriva anche dal Partito Democratico siciliano, i cui esponenti, che si sono espressi sulla vicenda, hanno parlato di un “centrodestra che ha portato via il pallone mentre la partita era in corso” e in più hanno messo in evidenza come l’emendamento, senza preventivo esame in commissione, sia stato inserito in un testo di legge che si occupa di promozione turistica, qual è quello sul “Marina Resort”, evento che “ha il sapore di promessa elettorale usata durante la campagna per le Europee”. Inoltre all’interno del Partito Democratico c’è chi parla anche di una vicenda che “fa gettar via la maschera al centrodestra, dopo una campagna elettorale per le Europee passata a promettere a sindaci e consiglieri un ruolo negli organismi di Liberi Consorzi e Città Metropolitane”.
Vicenda ex province che si colora di altre polemiche e si va a sommare ad altre vicende siciliane che vedono dibattiti infiniti.
Il fulcro del problema sembra essere il tipo di elezione, cioé quella secondaria, che non vede coinvolti, se non indirettamente, i cittadini. Un sistema che ha visto sempre delle resistenze e che sembrerebbe essere oggetto di riforma, così si è potuto evincere dalle parole di qualche esponete della giunta Musumeci, infatti si parlava di riforma dopo il voto, rimandata a dopo per ragioni di tempi, perché non è breve e facile una riforma sull’argomento in questione.
Per concludere, appuntamento alle prossime settimane, perché di sicuro le elezioni nelle Ex Province saranno argomento caldo per un po’ di tempo e appuntamento al 2020, però è meglio dire ancora una volta: salvo complicazioni.