Parla Nicastri due arresti

Parla Nicastri e si allarga  l’inchiesta della Procura di Palermo sugli affari del duo Arata – Nicastri che stanno facendo tremare le stanze dei Governi di Roma e Palermo, per il coinvolgimento dell’ex sottosegretario Siri, vicinissimo al ministro Salvini, e di un paio di assessori e dirigenti regionali del governo Musumeci. Agenti della Dia di Trapani infatti stamane hanno eseguito una ordinanza di applicazione degli arresti domiciliari firmata dal gip Nicastro nei confronti di un dirigente regionale, Giacomo Causarano, indagato per corruzione, per una presunta mazzetta da 500 mila euro,  uno dei massimi burocratici dell’assessorato all’Energia, e di Antonello Barbieri, imprenditore milanese, indagato per intestazione fittizia di beni, autoriciclaggio e corruzione, un ex socio del cosiddetto “re” dell’eolico, l’alcamese Vito Nicastri, ritenuto “socio”del boss latitante Matteo Messina Denaro. E la svolta nelle indagini è dovuta alla decisione di Nicastri di collaborare con la giustizia. Un duro colpo per il clan mafioso di Messina Denaro. Nicastri starebbe svelando i segreti dell’area grigia della mafia, quella dove i colletti bianchi e i politici intrecciano i legami affaristici con i boss. Secondo le indagini della Dia di Trapani e coordinate dai pm Guido e De Leo, i due arrestati di oggi si sarebbero oltremodo a disposizione di Nicastri, anche ben conoscendo il livello dei contatti di questi con Cosa nostra. In carcere restano i due Arata, padre e figlio, e i Nicastri, padre e figlio, ai domiciliari c’è Alberto Tinnirello, ex dirigente dell’assessorato regionale all’Energia, il ruolo dei dirigenti regionali per la Procura di Palermo sarebbe stato anche quello di creare difficoltà ai concorrenti di Nicastri nel campo dell’energia eolica.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.