“Scrigno”, ecco tutte le accuse

La Procura antimafia ha ricostruito affari e interessi del mandamento mafioso di Trapani e l’inchiesta si è conclusa con dei colpi di scena, ci sono nuovi indagati

Sono 29 gli indagati dell’operazione “Scrigno” che dopo l’avviso di conclusione delle indagini firmato dai pm della Procura antimafia di Palermo, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo, si avviano a ricevere la richiesta di rinvio a giudizio. Nei capi di imputazione sono riassunti non solo gli organigrammi del mandamento mafioso di Trapani, saldamente nelle mani nei figli dell’ergastolano Vincenzo Virga e cioè Franco e Pietro, ma anche gli affari illeciti e gli interessi che sarebbero stati tutelati in certi ambiti politici. Si conosceva già il coinvolgimento dell’on. Paolo Ruggirello, arrestato e tutt’ora recluso, ma adesso sono saltati fuori i nomi del prof. Franco Todaro, dell’architetto Vito Mannina e dei noti Manuguerra di Erice, Luigi e Alessandro, padre e figlio.

Le accuse dettagliate. Pietro e Franco Virga, Franco Orlando, Nino Buzzitta, Vito D’Angelo, Carmelo Salerno, Francesco Paolo Peralta, Michele Martines, Vincenzo Ferrara, Pietro Cusenza, Mario Letizia, Francesco Russo, Jacob Stelica, Vito Gucciardi e Giuseppe Piccione sono indagati per associazione mafiosa, i due fratelli Virga, Pietro e Franco per essere stati a capo del mandamento mafioso di Trapani e di essersi occupati dell’organizzazione di una cosca mafiosa a Favignana; per i fratelli Virga anche le accuse anche sotto il profilo del procacciamento di voti alle elezioni. Franco Orlando è indagato per avere coadiuvato i due Virga, assieme a Vito D’Angelo, indicato quale presunto capo della cosca di Favignana. Ruolo di “consigliori” dei Virga, per l’anziano conclamato boss trapanese Nino Buzzitta. Della famiglia mafiosa trapanese farebbero parte anche il pacecoto Carmelo Salerno, Francesco Paolo Peralta, Michele Martines, Vincenzo Ferrara, Pietro Cusenza, Mario Letizia. Alla famiglia mafiosa di Favignana capeggiata da Vito D’Angelo, apparterrebbero Salvatore Francesco Russo e Jacob StelicaVito Gucciardi si sarebbe occupato del sostentamento di mafiosi detenuti. Alla famiglia mafiosa di Marsala apparterrebbe Giuseppe Piccione. Accusa di appartenenza a Cosa nostra anche per l’ex deputato regionale Paolo Ruggirello, pronto a favorire gli interessi dei mafiosi trapanesi ma anche quelli mazaresi per via dei suoi legami esistenti secondo i pm con l’imprenditore Michele Accomando. Tra le accuse a Ruggirello quelle di avere favorito assunzioni all’ospedale – per Margherita Buracci figlia di Giovanni, indicato quale appartenente alla cosca di Campobello di Mazara. Secondo le indagini Paolo Ruggirello avrebbe fatto pressioni per fare entrare in Consiglio comunale a Castelvetrano il famoso Lillo Giambalvo (il consigliere finito intercettato a parlare fin troppo bene dei Messina Denaro), nipote del mafioso Vincenzo La Cascia, ed allo stesso GiambalvoRuggirello avrebbe promesso opportunità di lavoro all’interno del parco archeologico di Selinunte. Le accuse nei confronti di Ruggirello riguardano la sua sfera d’azione politica, con l’inserimento nella lista elettorale del movimento politico “Art. 4” di Daria Razziano, indicata dal mafioso campobellese Filippo Sammartano, di essersi fatto indicare dal pacecoto Carmelo Salerno, alcuni soggetti da inserire nella lista per le amministrative a Marsala, di avere raccomandato per l’assunzione a guardia giurata di Vito Costa, indicato ancora da Salerno, interessandosi anche a trovare una occupazione al figlio dello stesso Salerno. Contatti per ottenere sostegno elettorale sono stati registrati tra Ruggirello e mafiosi di rango come i Virga, Orlando, Salvatore Crimi oltreché con Carmelo Salerno e Pietro Cusenza. Sostegno elettorale che Ruggirello si sarebbe garantito pagando 20 mila a favore dei Virga e di Salerno, con la promessa di versare loro altri 30 mila euro. Associazione mafiosa e favoreggiamento per il braccio destro dell’on. Paolo Ruggirello e cioè il professore Franco Todaro. Accuse di scambio elettorale politico – mafioso (416 ter) per i fratelli Virga, per l’ex assessore a Trapani Ivana Inferrera e per suo marito Ninni D’Aguanno, e poi anche per Leonardo Russo e Michele Alcamo; capitolo a parte, con la stessa accusa per Pietro Virga, Pietro Cusenza Vito Mannina (in relazione al procacciamento di voti a favore di Simona Mannina, figlia di Vito). Scambio elettorale politico mafioso contestato inoltre a Franco Orlando e a Luigi ed Alessandro Manuguerra, padre e figlio, Alessandro in atto è consigliere comunale ad Erice. Sono indagati per trasferimento fraudolento di valori e associazione mafiosa assieme a Franco e Pietro Virga, anche Francesco Peralta, Vincenzo Ferrara, Mario Letizia, Marcello Pollara, Giuseppa Grignani e Maria Stella Cardella. Violazione della sorveglianza speciale è il reato contestato a Michele Martines. Danneggiamenti, estorsione e associazione mafiosa per Salvatore Francesco Russo Stelica Jacob, in relazione alla estorsione ai danni dell’imprenditore Antonino Donato. Infine Filippo Tosto è indagato per associazione mafiosa e favoreggiamento.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.