Mare Jonio, Procura chiede archiviazione per Luca Casarini e Pietro Marrone

Chiesta l’archiviazione per Luca Casarini, capo missione della Mare Jonio e Pietro Marrone, capitano della nave ancora oggi sotto sequestro. I due sono stati indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina dalla Procura di Agrigento

AGRIGENTO.  Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pubblico ministero Cecilia Baravelli hanno chiesto al gip l’archiviazione per Luca Casarini e Pietro Marrone, capo missione e comandante della nave Mare Jonio di Mediterranea Saving Humans. I due sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e il mancato rispetto di un ordine dato da una nave militare. Nel marzo 2019 il comandante Marrone non aveva obbedito all’alt intimato, dal pattugliatore della Guardia di finanza, per spegnere i motori quando la nave Ong si trovava di fronte all’isola di Lampedusa. Casarini era stato indagato qualche giorno dopo a seguito di un interrogatorio durato 7 ore, come persona informata sui fatti. Sarà adesso il gip a decidere sulla richiesta della Procura.

“Apprendiamo da agenzie di stampa che la Procura di Agrigento ha chiesto l’archiviazione delle indagini a nostro carico, aperte dopo il salvataggio del 18 marzo dell’anno scorso di 50 persone che rischiavano di morire in mare. Accogliamo questa notizia con soddisfazione ma ne eravamo sicuri: solo la logica perversa di qualche politicante ha trasformato il soccorso in mare in un possibile reato. Noi – hanno dichiarato Pietro Marrone e Luca Casarini su Facebook – abbiamo sempre creduto invece che i crimini contro l’umanità li commette chi fa morire in mare o nei lager libici donne uomini e bambini. Un giorno saranno anche i Tribunali della Storia ad affermarlo. Non abbiamo mai smesso di operare nei nostri ruoli di comandante e capomissione nelle operazioni di soccorso in mare con Mediterranea. Adesso attendiamo con fiducia che anche gli altri due comandanti e capimissione di Mediterranea ancora sotto indagini per aver fatto quello che abbiamo fatto noi, siano completamente prosciolti. Non aspettiamo altro che poter tornare in mare, per fare quello che è giusto. Le nostre navi – concludono – sono ancora sotto sequestro, e questa è una vergogna che deve finire”.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.