Politici e Croce Rossa hanno intasato il 118, no, non è per chiamate di urgenza medica, ma per raccomandare qualcuno. Sarebbe successo questo, specialmente sotto elezioni. Un danno erariale complessivo di circa 37 milioni di euro, questo viene contestato dalla Procura regionale della Corte dei conti ai componenti della Giunta regionale guidata da Salvatore Cuffaro e della Commissione Sanità dell’Ars, convenuti a giudizio per avere disposto, tra il 2005 e il 2006, un incremento delle ambulanze e del personale addetto al 118.
L’Assemblea Regionale Siciliana aveva inizialmente negato la documentazione richiesta dai magistrati contabili, ritenendola una lesione delle proprie prerogative. Gli atti erano stati trasmessi solo dopo una sentenza pronunciata nel 2009 dalla Corte costituzionale, che ha ritenuto pienamente legittime le richieste istruttorie del Procuratore regionale Guido Carlino e del pubblico ministero Gianluca Albo, titolari dell’ inchiesta. Adesso sulla richiesta di risarcimento di danno erariale dovranno pronunciarsi, nell’udienza del 14 aprile 2011, i giudici della Sezione Giurisdizionale, presieduta da Luciano Pagliaro.
Sono 18 le persone per le quali la Procura della Corte dei Conti ha chiesto il giudizio per il presunto danno erariale. L’indagine riguarda l’ex presidente della Regione siciliana, Totò Cuffaro, gli ex componenti della sua giunta Innocenzo Leontini, Carmelo Lo Monte, Antonio D’Aquino, Francesco Scoma, Francesco Cascio (attuale presidente dell’Ars), Fabio Granata, Michele Cimino, Mario Parlavecchio e Giovanni Pistorio, e gli ex componenti della Commissione Sanità Santi Formica, Nino Dina, Giuseppe Basile, David Costa, Giuseppe Arcidiacono e Giancarlo Confalone, Angelo Moschetto.