Ieri, per la prima volta dall’inizio della sua collaborazione con la giustizia Massimo Ciancimino, convocato presso la procura di Caltanisetta, si è avvalso della facoltà di non rispondere. La motivazione è da ricercarsi nell’avviso di garanzia che Ciancimino junior si è visto recapitare lunedì 6 dicembre, in tarda serata, nella quale la procura di Caltanissetta lo avvisa di averlo inserito nel registro degli indagati con l’accusa di calunnia aggravata e violazione del segreto d’ufficio, dopo le dichiarazioni rese sull’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Proprio queste ultime affermazioni, che il figlio dell’ex sindaco di Palermo aveva fatto per riportare un’opinione del padre (ovvero di presuppore uno stretto rapporto tra De Gennaro ed il “signor Franco”, misterioso personaggio dei servizi segreti coinvolto nella trattativa tra Stato e Cosa Nostra), hanno fatto scattare la calunnia per Ciancimino.
A dimostrazione dell’accusa di violazione del segreto d’ufficio, invece, ci sarebbero alcune intercettazioni ambientali che riporterebbero delle conversazioni che Ciancimino ha avuto con dei cronisti, ai quali ha dato informazioni su delle sue dichiarazioni che erano state secretate.
“Mi sono avvalso della facolta’ di non rispondere con i magistrati di Caltanissetta non per un atteggiamento vendicativo ma perche’ e’ venuto meno il clima sereno e di laicita’ che c’e’ stato fino ad oggi. Con l’avviso di garanzia e con nove capi di imputazione non sono sereno”, questa la motivazione che Ciancimino dà per la sua mancata risposta davanti al procuratore capo di Caltanissetta, Sergio Lari.