Il Governo Regionale è a un bivio, o prende la strada dell’immobilismo per continuare con le politiche di tutti i Governi precedenti o sceglie di agire e fare le cose che sono state enunciate più volte, ma mai fatte. Questo Governo è visto, tranne dagli oppositori, come rivoluzionario rispetto al passato, perché sembrerebbe combattere, amministrativamente, contro i poteri corrotti, che erano molto presenti in Sicilia fino a poco tempo fa (e lo sembrano ancora tuttora), e sembrerebbe portare avanti politiche sociali legate all’esigenze del territorio.
Ora però bisogna cambiare l’ipotetico sembrerebbe con i verbi portare a termine e fare, insomma passare dalle parole ai fatti. Naturalmente non bisogna essere qualunquisti, perché qualcosa questo Governo ha fatto, ma troppo poco per far della Sicilia un esempio di come una regione possare risollevarsi solo con un’amministrazione oculata e innovativa.
A lamentarsi sono un pò tutti, da confindustria ai sindacati, e fanno bene, perché così facendo si cerca di dare una bella scossa a Lombardo e i suoi, che sono partiti in quarta, ma forse non hanno dosato bene lo sciupio di benzina. In più è dell’altro giorno l’ultimatum del PD a Lombardo e giunta di Governo; il PD per bocca del suo segretario chiede al Governo regionale di mettere in atto il programma con cui si è presentato in parlamento (siciliano) e per cui ha ottenuto la fiducia della maggioranza, di cui fa parte il PD.