A essere colpite dai furti sono state le sedi di Castelvetrano e Campobello di Mazara. Sono state sottratte dalle sedi i computer con il sistema di controllo dell’impianto di compostaggio a Castelvetrano, invece nell’isola ecologica nel parcheggio del cimitero comunale di Campobello di Mazara, è stato rubato un piccolo gruppo elettrogeno.
Non è la prima volta che questi furti avvengono e suonano come minacce con lo scopo di non far partire l’ATO, forse perché, mediante le posizioni assunte dalla Regione, non è stata permessa l’acquisizione da parte della mafia del bocconcino ATO, visto il giro di milioni che la caratterizzano. Questo non significa che la mafia non potrà entrare in maniera illegale e con sotterfugi nell’affare ATO, ma gli verrà sicuramente difficile.
La reazione dell’azienda sta tutta nelle parole del suo amministratore unico, Nicolò Maria Lisma: “E’ un grave atto nei confronti della società che condanniamo con fermezza. L’Ato negli ultimi mesi è stata presa di mira da una serie di attentati. Questa volta il danno è gravissimo perché portare via il computer con l’intero sistema di controllo dell’impianto di compostaggio installato blocca di fatto l’apertura del Polo. Confidiamo nell’operato delle forze dell’ordine che possano individuare gli autori di questi due vili atti”.