Giulia Adamo contro le preferenze di genere

Il PD, riguardo alla legge elettorale regionale, ha proposto di immettere le preferenze di genere, cioé se si è preferito un candidato, si deve votare, come seconda scelta, una candidata. Non è obbligatorio, è solo un’opportunità che può essere utilizzata o meno. Si tratta, tutto sommato, di un impianto incentivante molto soft che non forza l’elettore a preferire una donna, contrariamente a quel che avviene in molti paesi, specie del nord Europa.

Fortemente contraria a questa proposta è l’onorevole Giulia Adamo, perché istintivamente contraria verso corsie preferenziali a favore del genere femminile. La qualcosa è legittima, non è certo l’unica ad affermare la parità “di partenza” assoluta, ma il tempo ha dimostrato, e questo dovrebbe aiutare Giulia Adamo a riflettere, che in Italia questa linea non paga, visto che le uniche donne valorizzate in politica, sono oggi oggetto di pesanti critiche ed altro. E infine la contrarietà nasce dal fatto che molte donne così risulterebbero non preparate o non adatte, tanto che l’Adamo ha esclamato: “Vogliamo milioni di Santanché”.

Ma inviterei a riflettere l’Adamo, perché la Santanché sembrerebbe essere lì perché ripagata dal servigio di difesa ad oltranza del Premier, quindi questa preferenza di genere dovrebbe slegare invece le donne che si vogliono fare eleggere da tali vincoli per far carriera politica. Comunque non tutti i torti ha l’onorevole Adamo, ma si sa non esiste un metodo perfetto, perché la parità dei sessi non passa solo per iniziative legislative, ma principalmente da lotte culturali, a cui queste iniziative darebbero una mano se si superassero gli steccati politici almeno per una cosa così importante.

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Eros “Libero” Bonomo, Giornalista siciliano, vive ad Alcamo, il cui lavoro è incentrato su Passione, Rispetto e Indipendenza, così da informare al meglio i cittadini. Grande “divoratore” di Dylan Dog, musica e libri, in particolare di storia politica. Motto: “Non sarai mai solo con la schizofrenia”.