La lega rimanda a casa i supplenti meridionali

A poco a poco, si scoprono gli altarini del decreto milleproroghe. Tra le righe di leggi e leggine si comincia a delineare il destino che toccherà dal prossimo anno ai precari della scuola; in special modo i precari del sud.
Tutto inizia negli scorsi anni quando con un decreto si dà la possibilità a tanti di inserirsi in coda su province diverse da quella scelta per la graduatoria ad esaurimento. Molti i precari che decidono, costretti dalla necessità più che dalla volontà, di inserirsi così al nord; perchè il problema è tutto dei precari “terroni”, ma molti riescono ad ottenere l’incarico. Questa è anche,tra gli altri, la storia di Adriana, precaria palermitana, che dopo essere stata titolare di una ditta, poi fallita, prova a ricostruire la sua vita utilizzando una precedente abilitazione. Si inserisce in graduatoria in coda (quella per ottenere le supplenze) in Toscana , provincia di Massa Carrara. Mentre rimane nella graduatoria “ad esaurimento” (quella per l’immissione in ruolo)a Palermo. Nella lunigiana Adriana inizia una nuova vita, affrontando tutti i disagi che comporta il trasferimento in una regione sconosciuta, senza il sostegno della famiglia, degli amici di una vita, del tessuto sociale e territoriale conosciuto. Ma quando le scelte sono obbligate e non esistono alternative, si trova la forza di rimodulare la propria vita pur di riuscire a sbarcare il lunario. Due anni di lavoro sereno tra i boschi toscani, in un paesino di duecento anime, tutto sembra andare nel verso giusto quando cominciano i guai. La consulta dichiara illeggittima la possibilitàdell’inserimento in coda, in quanto viola il principio di uguaglianza. Così un deputato leghista pensa bene di proporre un emendamento che blocchi gli aggiornamenti fino al 31 agosto 2012 e lasci la possibilità di scegliere le scuole per le supplenze solo dove si ha la graduatoria permanente. Tradotto per i non addetti ai lavori tutti i precari che, come Adriana, avevano scelto province diverse e più favorevoli si troveranno nell’impossibilità totale di lavorare.Questo naturalmente penalizza quasi esclusivamente i precari meridionali che come è noto sono costretti ad emigrare al nord dove lavorano anche i non abilitati in mancanza di insegnanti forniti di titoli. E’ la fine di tanti sogni per Adriana che vede davanti a se solo il baratro. In occasione dei 150 anni dell’unità d’Italia essere discriminati da altri cittadini italiani è veramente amaro.
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