VERONA. Dal 7 all’11 Aprile Verona ospita il Vinitaly, salone internazionale e mostra mercato del vino. Da anni si è rivelato essere un appuntamento da non perdere per conoscere diffondere le eccelenze del settore. Importante lo spazio che si è ritagliato nel settore la Sicilia, da sempre produttore vitivinicolo di fama mondiale. Gli stand siciliani presentano una tale varietà di vini che non basta una visita veloce per goderne a pieno le peculiarità. Il territorio isolano è vasto e composito e queste diversità si rivelano il punto di forza dei vini siciliani, non si conosce posti al mondo che in territori ristretti (ad esempio le falde dell’Etna) riesca a produrre vitigni e quindi vini tanto diversi tra loro. Se a questo vogliamo ricordare le innumerevoli dominazioni, che portarono altre culture ed ampliarono le nostre conoscenze agricole. Il grande valore che l’isolano dà ai profumi: chi non si è mai fermato a sentire l’odore del mare? Isiciliani vivono in un mondo incantato fatto di ambienti naturali, sapori, storia e odori. Il vino è il compendio di tutto ciò e le diverse produzioni vinicole siciliane così diverse tra loro ne sono l’esempio eclatante. Tante le denominazioni da ricordare: il “Marsala”, vino liquoroso nelle sue diverse tipologie, e senza far torto a nessuno Florio è stato un nome importante per il vino. Quel V.Florio che dà il nome all’aeroporto di Birgi ad esempio. Il “Bianco d’Alcamo”prodotto nella zona di Alcamo da sempre terra di vini già dai tempi dell’emporiun Segestanum”. Capitolo a parte meriterebbe poi Pantelleria il “passito” vino da dessert conosciuto nel mondo per le sue qualità;si racconta che Casanova avesse il vezzo di offrirne un bicchiere alle sue amanti. nell’agro ericino “Erice doc” con la produzione di diversi vini e un occhio alla ricerca e all’innovazione: il “Muller thurgau”. Nelle campagne di Monreale si sperimenta da tempo oltre alla produzione autoctona anche la produzione di vitigni internazionali. “Terre sicane” rappresenta il punto fermo della tradizione produzioni del Belice, nelle terre tra il fiume Belice appunto e il lago Arancio. Per i conoscitori dei luoghi, gli ambienti del Gattopardo.
Spostandocci più ad est troviamo tra Cattolica e Licata “il nero d’Avola”non vi è bevitore che non conosca questo meraviglioso vino, negli anni si è conquistato il titolo di principe dei vini siciliani e sicuramente con ottime motivazioni.Il “Riesi doc”nel nisseno e l’ “Etna doc” nella zona del vulcano più alto d’europa. Il “Cerasuolo” di Vittoria nato dalla fusione felice di nero d’avola e frappato. Il moscato di Siracusa,conosciuto come uno dei vini più antichi d’Italia, nacque in onore del re Pollio Tracio,che governò Siracusa nel VII secolo a C. Ma tanti altri vini non menzionati per ragioni di spazio meriterebbero un una parola, ma si sono affermati sulle tavole. Nell’unico posto al mondo dove la vendemmia va da Agosto a Novembre non potevano che nascere grandi vini, il Vinitaly rappresenta solo la vetrina, di prestigio certo,ma la conoscenza dei vini avviene a tavola.Dunque non resta che gustarli i vini, ma sempre con dovuta moderazione. Per finire un proverbio della tradizione: Buon vino fa buon sangue…come non crederci.