PALERMO – L’ex presidente della Regione torna a farsi sentire in una lettera, nella quale afferma: «Ho la certezza, dentro di me, di avere la coscienza a posto e di non aver mai voluto favorire la mafia». Scrive così da Roma Totò Cuffaro, parlando dei suoi primi quattro mesi di carcere dopo la condanna a sette anni per favoreggiamento e rivelazione di segreti, aggravati dall’agevolazione a Cosa nostra. Non cerca scuse per la condanna ricevuta: «So che devo scontare la mia pena, ma lo sto facendo con dignità e senza mortificazione – prosegue Cuffaro – c’è stato per me un tempo per la gloria, che ho vissuto con umiltà e dedizione per gli altri, adesso ce n’è uno per l’umiliazione, che la fede e i valori in cui credo mi daranno la forza di vivere con dignità». Nella lettera Cuffaro racconta anche della sua vita in carcere. «Studio, leggo, scrivo molto, prego, faccio sport, ma non faccio il giornalista, non ho voglia di rivincite da protagonista nella materia. Non ho risentimenti nei confronti di nessuno, né nella politica, né in altri campi delle Istituzioni e della società. Anche il dolore ha la sua dignità e non bisogna aver vergogna nell’ammetterlo».