Nonostante la forte pressione da parte della provincia, l’ indifferenza più assoluta è la condotta che le istituzioni hanno scelto di adottare. Probabilmente questo atteggiamento omertoso può essere associato al fatto che sarebbero già stati concessi ben 6 permessi di ricerca ed altri cinque sarebbero in attesa di decisione, quindi , sostanzialmente, la vicenda sembrerebbe rivolgersi al sordo che no vuol sentire. All’interno della stessa nota si legge infatti: “E’ davvero avvilente dovere sottolineare e ripetere per l’ennesima volta gli stessi concetti, gli stessi allarmi, le stesse denunce, le stesse richieste, ma è ancor più umiliante, per chi cerca semplicemente di adempiere ai doveri istituzionali derivanti dal mandato popolare democraticamente ricevuto, essere platealmente snobbato da un Ministro della Repubblica (per di più siciliano) e da un Presidente di Regione che, evidentemente quanto scandalosamente, preferiscono avvalersi della “facoltà di non rispondere” per sfuggire a quello che dovrebbe essere un preciso dovere ma, forse e soprattutto, per evitare un confronto che, inevitabilmente, finirebbe per vederli soccombenti”. E chissà che questa non sarà la nostra prossima lotta per salvare l’ecosistema trapanese in estremis.
Il consiglio Provinciale di Trapani ha ribadito il suo “no” in merito alle possibili trivellazioni nei mari trapanesi. Il presidente del consiglio Poma ha sottolineato il pericolo di sconvolgimento di un ecosistema marittimo che, in modo particolare in provincia di Trapani, risulta avere un valore inestimabile, sia in termini di fauna marina, sia per le dirette conseguenze sul turismo. Lo stesso Presidente del consiglio ha riconsegnato una copia delle sollecitazioni a non intervenire, già peraltro presentate in precedenza, al Presidente della Consulta Regionale dei Presidenti dei Consigli Provinciali, al Ministro Prestigiacomo e al Presidente Lombardo.