Burt e Verona si trovano, improvvisamente ma felicemente, a fare i conti con l’attesa di una bambina a cui vorrebbero dare il meglio di loro stessi. I primi a ricevere la notizia sono i genitori di Burt, i quali ex hippie hanno deciso di concedersi finalmente la tanto sognata vacanza di una vita che li porterà ad allontanarsi dal figlio e dalla futura nipotina. Inizia così il viaggio che li porta a girare in lungo e in largo gli Stati Uniti in cerca di parenti, amici, conoscenti, ex colleghi con i quali creare la cerchia di persone fidate che circonderanno la piccola. Ma nessuno dei posti visitati, e con esso le persone che lo abitano, si rivela adatto per il futuro di una famiglia. Le tipologie familiari che Burt e Verona incontrano sono davvero le più disparate: nevrotici, insoddisfatti, alla moda e fuori dalle regole. Ognuno ha la sua dimensione, c’è chi ci sta bene e chi cambierebbe vita immediatamente eppure nessuna delle vite proposte va bene per la coppia che ha bisogno della sua nicchia, di ritrovare le proprie radici per costruire il proprio futuro. Un film semplice ma al contempo dai grandi temi che poichè quotidiani spesso sottovalutati. Del resto mettere al mondo un figlio è una responsabilità che dovrebbe presupporre una riconsiderazione della propria vita da parte dei genitori, a prescindere che si tratti di una decisione a lungo meditata o di un evento meno programmato.