Sono giorni che non passeranno invano, questi che stiamo vivendo in questo caldo Agosto del 2011. Mentre gli italiani cercano un pò di meritato riposo sotto l’ombrellone sorseggiando un drink, nel tentativo di dimenticare gli affanni quotidiani, i dispacci economici di Wall Street e della City scuotono il mondo della finanza, dell’economia e del potere mondiale. Si chiamano Agenzie di rating le nuove Cassandre, che annunciano sventure per i politici di questo Occidente, che è in balia degli eventi, inerte e impotente di fronte alla grande Crisi finanziaria. Basta osservare in tv i volti dei governanti del mondo, sono tesi, angosciati, e non servono più i trucchi degli spin doctor, degli esperti di marketing della comunicazione, le loro movenze davanti alle telecamere rivelano insicurezze e fragilità inedite.I baroni rampanti del populismo internazionale, viziati dai tabloid e dalle tv internazionali sono alle corde. L’economia finanziaria, dopo il crollo del muro di Berlino e la caduta del blocco comunista, è diventato il nuovo feticcio dell’Occidente, fondamento illusorio dopo il crollo delle ideologie. Il denaro come principio sovrano, regolatore di tutti i rapporti sociali e umani, è stato così forte da soppiantare i paradigmi della vecchia economia capitalista, come gli indici della produttività e la politica industriale. I demiurghi di una nuova era si sono trasformati in avvoltoi che volano attorno al cadavere agonizzante della classe dirigente internazionale. Il paradiso delle azioni in borsa ha lasciato il posto all’inferno dei debiti pubblici e della corruzione. Naturalmente la memoria storica degli analisti offre la comparazione con la Crisi del 29, ma oggi un Franklin Delano Roosevelt all’orizzonte non si vede e il New Deal sembra pura archeologia. I politici hanno perso la loro legittimità, la loro aura di credibilità e forza, smarrita a partire da Berlusconi, il “tycoon”, sempre più impotente di fronte all’abisso. Si prova una sensazione strana nel vedere come uomini smaliziati, di razza gaglioffa e pronti a tutto per il potere, siano presi per i fondelli dalle curve dei listini borsistici, simili a dei bambini che hanno perso la strada di casa e si sono ritrovati in un bosco pieno di ombre e pericoli. Oggi la campana suona per il Governo Berlusconi e per tutta la classe politica italiana della cosiddetta Seconda Repubblica, responsabile del tracollo dell’economia e dell’ impoverimento della società italiana. Nato dopo Tangentopoli, cresciuto a dismisura nella ricerca di poltrone e prebende, il ceto politico italiano è diventato parassitario, rappresenta ormai un peso per i cittadini italiani, un tradimento quotidiano delle speranze che i cittadini più seri nutrivano sull’ avvento dell’ Europa unita. Lo spaventoso regresso della politica siciliana poi, rasenta il parossismo, i politicanti siculi vivono come dei nababbi all’ombra del loro nulla strategico e politico. Più che la “Casta” dovremmo chiamarla La “Manciuna” dedita alla gastronomia pantagruelica. Lor signori devono avere uno stomaco d’acciaio, visto la capacità di resistenza alle abbuffate senza pari nel mondo. La politica siciliana è sempre stata una gastro politica, ma adesso stiamo veramente esagerando, urge una cura dimagrante ascetica. Se vogliamo difendere l’onore delle istituzioni, dobbiamo vigilare come sentinelle democratiche sull’operato di questi affaristi, i nuovi mercanti del tempio.
AUTORE: DANILO GRASSA