PALERMO. Vent’anni fa per le strade di Palermo moriva un uomo libero, di nome e di fatto. Ho sempre sostenuto che il nostro destino nasce con la scelta che i nostri genitori fanno dandoci il nome, e questa tesi, del tutto personale e priva di motivazioni scientifiche trova in Libero Grassi un pilastro. Oggi per i ragazzi che allora erano solo bambini può sembrare ovvio dire no al pizzo, vent’anni di lotta per fortuna hanno prodotto i loro risultati. Ma per L.Grassi le cose non furono scontate e tantomeno semplici e pagò il suo” No” categorico al soppruso con la sua vita. E’ amaro dover ammettere che un diritto sacrosanto vada conquistato con la vita, ma il suo sacrificio servì a svegliare le coscienze sopite di tanti siciliani che in questi anni hanno fatto scuola e ricordato il suo nome come una bandiera. Ricordare, dunque perchè non servano altri sacrifici umani per far valere i propri diritti ma solo l’impegno civile e la coscenza che i diritti vanno affermati. Le commemorazioni non sono la sfilata di questo o quel politico che ci tiene a schierarsi con i giusti (salvo poi comportarsi in modo esattamente contrario) ma l’affermazione che i diritti conquistati con il sangue vanno anche ricordati alle generazioni future. quella macchia di vernice rossa sul luogo dell’uccisione di Libero Grassi ha un potere commemorativo ben più forte di qualsiasi manifestazioni . Penso che il potere del ricordo sia fondamentale per affermare e perpetuare la civiltà di un popolo. Ci ricordiamo degli errori per non commetterne altri, allora perchè cancellare la memoria di fatti e persone che con la loro vita e il loro esempio hanno segnato il nostro tempo.