Ci ritroviamo al supermercato, io e mia moglie, per completare il menù previsto per la serata. Un invito a casa nostra per i soliti amici di sempre, due delle tre coppie con le quali siamo soliti condividere i fine settimana o i giorni di vacanza. Questa volta è un po’ diverso, perché con noi ci sarà pure Aldo, un simpatico scapolone che immaginiamo in cerca della compagna della sua vita. Quest’ultima cosa a dire il vero è più una nostra rappresentazione, soprattutto di Marilena e delle altre donne del gruppo, fin da piccole abituate a giocare alla “famiglia” con bambole e bambolotti (dipenderà senza dubbio dalla formazione culturale che continua a plasmare, in un paese come il nostro, l’immaginazione delle bambine in senso popolare-cristiano). In ogni caso sarebbe buffo il contrario, pensate se vostra figlia ad esempio, cominciasse a far giocare le sue bambole a “prostitute e magnaccio” oppure a “olgettine e berlusca”, piuttosto che al contrario a “barbie femministe unite contro ken” o “lesbiche e gay”. Ma anche se giocasse a “suore di clausura e monachelli” alla fine sareste piuttosto allarmati, dite la verità.
Insomma l’idea sarebbe quella di fare incontrare ad Aldo la donna della sua vita, il che in qualche modo ci metterebbe in pace con noi stessi e più facili gli inviti, perché non sembra mai carino ed opportuno invitare un single in riunioni di soli “accasati”. Così qualche sera fa gli abbiamo parlato bene di una collega di Marilena, Letizia, graziosa, interessante e al momento non impegnata con alcuno. Aldo, data la presentazione, ha accettato così l’invito, che a quel punto si è trasformato in una specie di “trappola per tordi”, dove il tordo a dire il vero non è lui, come alcune assonanze e volgari metafore comunemente alluderebbero, ma la collega di mia moglie. Voglio dire che mentre Aldo si prepara all’incontro nel migliore dei modi, pensando che può anche risultare importante, in realtà questa Letizia non sa affatto cosa la attenda, ma è stata attirata a casa nostra con la scusa di un lavoro che dovrebbe completare insieme a Marilena e allo stesso Aldo, esperto di informatica.
In pieno supermercato, mentre mi accingo a tirare giù dal bancone frigo un paio di pacchi di gnocchi di patate confezionati, così come preventivamente concordato, mia moglie mi blocca con un urlo “No!”, quasi io sia in pericolo di vita. Arresto il mio gesto a mezz’aria, la mano protesa, e mi dispongo ad ascoltare il motivo del repentino cambiamento di programma sul menù. “Non possiamo fare gnocchi, sono troppo pesanti, se poi ad Aldo cadono le palpebre nel dopocena, considerando anche la quantità di vinello che dovrà trangugiare per farsi coraggio, sarebbe una pessima figura. No, il menù deve essere leggero e un po’ afrodisiaco”. Mi sa che dovremo optare per una grande insalata di pesce e lattuga tagliata fine per cui dobbiamo procurarci la verdura, i gamberetti, del polpo congelato e cuore di palma. Il tutto da servire dopo semplici antipastini fatti con voulevant alle creme o allo speck (quello che avevamo già comprato per condire gli gnocchi, adesso saltati), mentre per tappare i buchi ai più affamati, prepariamo pure un’insalata di riso fredda al pollo e curry. Capisco che anche per il vino si deve andare sul leggero, così suggerisco un bianco veneto e frizzante, pure se so di andar contro le idee campaniliste di mia moglie, ma in questo caso faremo uno strappo. Marilena poi mi stupisce srotolando questo foglietto:
INGREDIENTI per una 90′ina di biscotti
- 25 ml di latte
- 30 gr di ginseng (solubile, in bustina)
- 25 ml di miele
- 50 gr di zucchero di canna
- 3 tuorli
- 100 gr di zucchero semolato
- 150 gr di burro
- 450 gr di farina
Ha deciso di provare questi biscotti al ginseng che pare abbiano delle proprietà notevoli, al limite se non funzioneranno su Aldo e la sua futura amica, chissà che non avranno un effetto benefico su di noi (intendo le tre coppie di lungo corso convitate). Sicuramente qualcuno degli ospiti porterà qualche altro tipo di dolce, per cui al limite se l’esperimento biscottistico non funzionasse, e quindi non dovessimo ricevere dal ginseng alcun moto vicendevolmente “affettuoso”, potremo almeno consolarci con qualcosa che speriamo sia molto cioccolattoso.
(continua presto)