Ieri mattina, in commissione bilancio, il dirigente generale Ludovico Albert avrebbe confermato la posizione espressa, il giorno precedente, dall’assessore Mario Centorrino: “La Regione ha voltato pagina. E non metterà un euro per i corsi di formazione”. E la posizione dell’assessorato all’Istruzione è stata autorevolmente sostenuta dal presidente della Regione Raffaele Lombardo: “Non intendiamo – ha detto il governatore – fare passi indietro finanziando la Formazione con fondi regionali. Gli uffici stanno lavorando e andranno avanti anche a Natale. Stiano tutti tranquilli, anche se dovessimo varare il piano in ritardo – ha aggiunto – non ci saranno problemi per i lavoratori. Comunque se il 15 gennaio ci accorgeremo che non abbiamo fatto quanto di dovere, saremo in tempo per intervenire”. Un nuovo ciclone si abbatte, dunque, sul settore della Formazione professionale: discussioni animate fomentano i parlamentari dell’Ars. Come già sapevamo, la Regione ha deciso di spostare il gravoso peso dei corsi, sui fondi Europei anche se questi non prevedono alcune garanzie fondamentali come il diritto alla maternità e alla malattia, ma la cosa che i più temono è un eccessivo ritardo sulla partenza dei corsi stessi. Molti operatori, infatti, non ricevono lo stipendio in alcuni casi da otto, nove mesi. E temono che questo periodo possa prolungarsi ancora molto. “Il direttore Albert – ha spiegato Nino Dina, dell’Udc – ci ha assicurato che i corsi partiranno prima di febbraio-marzo. Ma questa è una certezza che ha solo lui. Abbiamo preteso – ha detto – che ci sia un momento di chiarezza sul tema. E abbiamo chiesto la presenza in commissione del presidente Lombardo”. Insomma, i parlamentari chiedono, nel caso in cui i corsi dovessero ritardare, una sorta di “piano B”. Oltre a Dina, anche Santi Formica e Azio Marinese sono stati tra i più critici nei confronti del governo. Senza dimenticare la presa di posizione di Franco Rinaldi, del Pd, che ha chiesto di destinare i 60 milioni nel capitolo di bilancio: “Non possiamo permetterci – ha detto infatti – di correre il rischio che uno slittamento dei corsi consenta di poter accedere alle somme solo ad aprile e, ad ogni modo, l’aggiornamento e la preparazione degli addetti ai lavori devono essere prioritarie per la riqualificazione dell’intero settore”. “A differenza di quello che sostiene il presidente della Regione Raffaele Lombardo – hanno detto il segretario Uil, Claudio Barone, e il dirigente Uil, Giuseppe Raimondi – in Sicilia sarà estremamente difficile fare partire il prossimo marzo i corsi di formazione professionale a carico dei Fondi europei. E’ noto, infatti, che Bruxelles – hanno aggiunto – non è disponibile a pagare l’attività, prima che questa cominci.”