* Consigliere Filippi in questi ultimi anni ha avuto posizioni spesso indipendenti rispetto all’amministrazione Scala. Quali sono state le opportunità mancate secondo lei?
Pur nelle esigue risorse, è mancata una cultura dello sviluppo locale. E’ vero che Alcamo è al centro di due progetti di sviluppo turistico, la mia impressione è però che si rivelino pacchetti a gestione politica che avranno scarse e poco durevoli ricadute nel territorio. La sostenibilità, esigenza ormai irrinunciabile, di settori altrove trainanti come arte e cultura e ambiente, sempre più spesso ambiti che (quando sono liberi dalle clientele politiche) specie i giovani saprebbero sfruttare, sono ancora scommesse non giocate fino in fondo. Alcamo non può ancora illudersi di creare dal nulla un importante tessuto imprenditoriale, né tanto meno spremere ancora il cemento che ha causato un benessere velenoso, violentando irreparabilmente il territorio e tagliando tante possibilità di sviluppo ormai perse per sempre.
* Tra pochi mesi si voterà per le amministrative 2012. La politica sembra priva di idee e credibilità, inoltre non c’è ancora un candidato ufficiale. E’ una strategia elettorale?
La crisi di autorevolezza e credibilità della politica è sotto gli occhi di tutti. Credo che una politica chiusa nel silenzio del palazzo sia una strategia che proprio non mi trova assolutamente concorde: meno la gente sa, più altri decidono sulla sua testa. Un PD più coraggioso e presente, forse potrebbe fare qualcosa. Ma onestamente, con una leadership così autorevole della coppia Sen. Papania e Sindaco Scala, non si può pretendere dalla segreteria locale quello che non può dare. Certo è quantomeno strano che a qualche mese dalle elezioni comunali il PD, partito che nella sostanza governa da quasi vent’anni, non riesca a discutere seriamente e pubblicamente del candidato a sindaco, di primarie, di idee e programmi, di alleanze… mentre il ruolo del partito è svolto da qualche notista del Giornale di Sicilia che, opportunamente imbeccato, comunica ai cittadini ciò che si vuole far sapere. In molti pensano che in realtà i giochi siano già fatti. In questo senso, non c’è una politica senza idee, semplicemente non c’è la Politica. E questo fa comodo alle clientele che parassitano questo vuoto di dibattito con accordi e disaccordi su poltrone e altra merce; mentre la gente si rassegna e tanti giovani si indignano. Personalmente, quando alla fine dell’estate, da Presidente, invitavo il PD ad avviare da subito un confronto aperto sull’imminente stagione elettorale, un confronto pubblico su programmi, primarie e candidati. Le mie parole sono state accolte da ironie e critiche e, nella sostanza, il mio invito ignorato. Ma, a quanto pare, avevo visto bene: il silenzio non era e non è un caso, anzi è la strategia suicida di una politica in crisi. Una strategia che non giudico utile né molto democratica. Una strategia che affida liste, candidati e (forse) anche eletti alle mani di pochi, evitando il confronto e il controllo democratico della città.
* Lei è stato tra i protagonisti della “primavera alcamese” degli anni novanta. Quali presupposti mancano adesso?
La città di oggi non è più l’Alcamo del ’93. Sono abituato a camminare guardando avanti, mai con la testa rivolta all’indietro. Molti giovani cittadini che a maggio voteranno per il loro sindaco nel ‘93 non erano nemmeno nati! Il PD e il Sen. Papania (se sarà lui il candidato) hanno il dovere oggi di disegnare una nuova proposta politica per l’Alcamo degli anni 2000 e attorno ad essa creare consenso, credibilità ed entusiasmo. Se non si trasmette agli Alcamesi una speranza di miglioramento e di cambiamento, se non si riesce a coinvolgere le nuove generazioni per costruire insieme una rinnovata idea di città solidale e operosa, in cui tutti i ragazzi siano sollecitati a esprimersi piuttosto che a fuggire, allora per il PD sarà una impresa faticosa mantenere il governo della città. Sarà necessario anche un coraggioso ricambio del personale politico e una attenzione più efficace nella composizione delle liste per comporre, sia in Consiglio che in città, un PD realmente credibile.
* Qualora glielo chiedessero si candiderebbe a Sindaco di Alcamo?
In questi anni ho ricoperto un po’ tutti gli incarichi della politica: segretario di partito, Consigliere comunale, Assessore, Vicesindaco, candidato al Senato della Repubblica e ora anche Presidente cittadino del PD. L’esperienza non mi farebbe difetto, semplicemente oggi non è in cima ai miei pensieri. Resto invece sinceramente convinto che sia fondamentale puntare a rinnovare il gruppo di potere locale che ormai mostra segni di evidente scollamento e di perdita di credibilità agli occhi di tanti Alcamesi. A mio parere il PD, ma i partiti in generale, dovrebbero cogliere l’occasione e presentarsi all’appuntamento elettorale con nuovi uomini e nuove idee, per valorizzare tutte le energie di una città che vuole guardare al futuro. Se il sen. Papania vuole realmente puntare alla poltrona di Sindaco di Alcamo, a mio parere dovrebbe, con il PD, mandare alla città un messaggio di deciso rinnovamento per riconquistare il cuore e la testa degli Alcamesi e con essi rimettere in campo la buona politica. Se così fosse, il mio impegno, a tutti i livelli, sarebbe pieno e convinto. Se così non sarà … vedremo, tutte le opzioni sono aperte.
* Se fosse Sindaco di Alcamo quali sarebbero le sue priorità?
Raccogliere e convogliare tutte le energie verso la nuova Alcamo del 2000: una economia locale imperniata sul commercio e l’artigianato di qualità, anche della produzione agricola, vino in primis; tutto finalizzato al rilancio del territorio come occasione di turismo culturale. Uno sviluppo sostenibile radicato sulle reali risorse del territorio, sulla voglia e l’energia innovativa delle nuove generazioni, abbandonando la cementificazione e valorizzando il Centro storico. Favorire stage e collaborazioni di giovani professionisti nei settori della amministrazione comunale; aprire la nostra città a tutte le opportunità, incentivando scambi culturali e professionali, in Italia e all’estero con imprese e enti economici e culturali pubblici e privati; stimolare la formazione di consorzi locali e creare pacchetti di itinerari turistici da offrire ai mercati specializzati, aprire la politica alla città favorendo una comunicazione continua ed efficace, pensando a una banda larga per il territorio cittadino. Insomma una politica di trasparenza a servizio di una città che vive e scommette sul suo presente non come l’ultimo passo del passato, ma il primo del futuro.