E’ passata la linea della Sicilia e delle altre regioni speciali che avevano contestato la disuguaglianza determinata dall’aumento dell’accisa sull’energia elettrica a seguito della cessazione dell’applicazione delle addizionali comunali e provinciali.
Questa scelta operata dal governo, con i decreti del ministro dell’Economia emanati alla fine dello scorso anno, e confermata con il decreto legge ‘Cresci Italia’, dava luogo ad un’irragionevole disparita’ di trattamento a danno dei cittadini e delle imprese delle Regioni a statuto speciale.
Dal prossimo 1 aprile – recependo le richieste della Sicila e delle altre regioni speciali – il decreto legge del 2 marzo scorso determina l’abrogazione, anche per queste Regioni, dell’art.6 (del decreto-legge 28 novembre 1988, n. 511) e dell’addizionale all’accisa sull’energia elettrica per i comuni e le province.
Il Governo, infatti, nell’innalzare l’aliquota dell’accisa erariale, aveva abolito le addizionali di competenza degli enti locali ubicati nelle regioni a statuto ordinario, mantenendo le stesse per i comuni e le province ricadenti nei territori delle Regioni a Statuto speciale.
“All’inizio di febbraio – ha commentato l’assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao – abbiamo posto questa urgente questione in Conferenza Stato-Regioni, condizionando il parere favorevole al decreto “Cresci Italia” all’eliminazione di questa dannosa sperequazione. E’ stata cosi’ soppressa una stortura evitando che cittadini ed imprese siciliane dovessero subire un incremento di tassazione fino a 5 volte quella ordinaria. E’ giusto che a questo punto sia anche restituito agli utenti quanto erroneamente versato”.