Il Presidente della Regione siciliana, accusato di aver avuto contatti con soggetti in odor di mafia, si difende e lo fa in Assemblea Regionale, perché, dice Lombardo: “è doveroso che io comunichi all’Assemblea e al popolo siciliano la situazione della mia vicenda giudiziaria” – e precisando continua – “non sono qui per difendermi o assolvermi”.
Lombardo nega di aver avuto contatti con personaggi in odor di mafia: “Non c’è un video, un contatto illecito, non una relazione di servizio, non una telefonata non un solo patto, scambio o favore e non un procurato vantaggio che mi leghi agli esponenti del crimine organizzato”. Un’ammissione la fa il Presidente, ma tiene a precisare: “Ho solo conosciuto un professionista, come altre centinaia, dotato fino al momento del suo arresto di porto d’armi, quindi con la fedine penale pulita. Incontrato sporadicamente e senza parlarci mai al telefono”.
A chi gli chiede di dimettersi risponde: “Non sono un garantista, e non mi converto oggi al garantismo per mio vantaggio: è iniziato l’ultimo anno di questa legislatura, e lo dico per chi verrà: la si smetta con la barbaria strumentale di invocare le dimissioni ancor prima di una sentenza, ma perfino prima di un processo”.
La conclusione sembra presagire un tirare avanti fino alla fine del mandato, anche se Lombardo afferma: “Mi dimetterò prima di qualsiasi rinvio a giudizio o, che sia chiaro, prima di eventuali giudizi abbreviati. Sono convinto che le elezioni regionali non devono combaciare con quelle nazionali, e sono convinto che si possa costruire una coalizione di riforme. Penso che si andrà al voto in autunno, visto che il governo Monti, a meno di soprese, durerà fino al 2013”.