“Due settimane prima dell’incontro di calcio Catania-Albinoleffe, nel 2006 Salvatore Vaccalluzzo, morto anni fa, che si occupava del commercio di calzature, uno dei più grossi usurai di Catania, mi disse che la segretaria o il segretario di Raffaele Lombardo, non ricordo bene, gli aveva mandato un sms chiedendo un appoggio politico e poi Vaccalluzzo mi disse ‘io non gliene do. In passato gli ho chiesto un lavoro per mia figlia, laureata in medicina, ma lui non ha mantenuto la promessa’”. Questa è solo una parte della deposizione, in videoconferenza, del pentito Gaetano D’Aquino, nel processo per voto di scambio contro il presidente della Regione, Raffaele Lombardo (presente in aula), e suo fratello Angelo, deputato nazionale Mpa. Le accuse sono pesanti e se confermate faranno perdere valore alle norme e decisioni, del Governo Regionale, che sembrano aver limitato o eliminato l’infiltrazione mafiosa in alcuni campi.