Lei è stato uno dei “Leader” della Rete negli anni 90, ma poco dopo è uscito di scena. Qual è stata la causa del suo defilarsi?
Il periodo tra il 1990 ed 1992 è stato tra i più tragici degli ultimi decenni per la Sicilia e per la nostra città: tra il 1990 ed il 1991 si combatteva per le strade della nostra città una cruenta guerra di mafia tra bande rivali che si fronteggiavano a viso aperto, guerra che ha lasciato tanti corpi distesi sulle strade. Poi nel 1992 la strage Falcone e, poco dopo, quella Borsellino. In quel difficile periodo alcuni uomini di questa città, tra cui pure io, sentirono l’esigenza di impegnarsi in una battaglia di riscatto sociale. Un fenomeno che ricordo come altamente emozionante. E nel periodo definito “Primavera Alcamese”, durante il primo mandato di Massimo Ferrara, sono stato eletto consigliere comunale con la Rete nel 1993. La passione per quella esperienza si è spenta nel 1996 perchè non ho più condiviso le modalità in cui il progetto progrediva, e nel 1997 ho interrotto il mio impegno politico attivo tornando esclusivamente al mio privato.
Cosa l’ha spinto a candidarsi?
Mi è stato chiesto di essere il candidato sindaco del movimento perchè possa, come “cronista” e “portavoce” di ABC, esprimere il progetto di cambiamento che consiste nel riappropriarsi del ruolo di cittadini attivi e costruttori del proprio futuro. Sono stato travolto dall’entusiasmo di tanti giovani che chiedono a gran voce una città migliore e che in ABC vedono un movimento che si pone come unico obiettivo il rinnovamento della città nell’ottica del bene comune. Senza collegamenti a strutture di partito, anzi con assoluto disinteresse per un vincolo di tale natura, ABC ha la straordinaria capacità di accomunare nella passione e nella proposta giovanissimi e meno giovani.
Quali sono i punti più rappresentativi del suo programma?
Premessa di ogni nostra proposta, presente nel programma di ABC, è la fattibilità e il “costo zero” . I punti rappresentativi sono riconducibili a tre parole chiave: lo sviluppo, inteso come progresso sociale e imprenditoriale, la crescita economica e il benessere del territorio. Noi desideriamo rendere Alcamo una città migliore, più vivibile e leader nazionale grazie ai suoi prodotti di eccellenza. Rimedieremo al problema del traffico per garantire una mobilità sostenibile, ecologica ed alternativa; miglioreremo la struttura ricettiva del turismo e potenzieremo i servizi sociali tramite una carta dei servizi che servirà da vademecum per i cittadini. Perchè noi vogliamo che Alcamo possa essere vivibile sia per i cittadini alcamesi sia per i turisti.
Cosa risponde a chi accusa il suo gruppo politico di portare avanti proposte utopistiche?
Le nostre proposte non sono utopistiche, nascono da gente normale che desidera una città normale. Le nostre proposte sono pragmatiche, fattibili. Il nostro programma non è il libro dei sogni, ma raccoglie le idee degli alcamesi che vivono nella nostra città e che conoscono quali sono le aree di intervento necessarie. Molte delle nostre proposte sono simili a quelle realizzate in comuni con situazioni analoghe a quella alcamese e che hanno funzionato. Tra le tante proposte contenute nel nostro programma, voglio segnalare quella che rappresenta il fiore all’occhiello: il Sicily wine fest. Abbiamo tratto spunto da analoghe esperienze, quali il coucous fest di San Vito Lo Capo e l’October Fest di Monaco. Piuttosto che disperdere i contributi per la promozione del territorio in tanti rivoli (che alimentano solo clientele e non promuovono affatto né il territorio né i nostri prodotti) vogliamo concentrarli in grandi eventi, di rilievo nazionale o internazionale. Il Sicily wine Fest deve rappresentare l’occasione per portare nella nostra città i compratori internazionali del prodotto principe della nostra economia, il vino, ma anche del melone porceddu e dell’olio: primo risultato mettere in collegamento le aziende alcamesi e le loro eccellenze con gli operatori commerciali nazionali ed internazionali con ogni conseguente vantaggio economico. La vetrina sarà l’occasione per presentare l’intero nostro territorio ai turisti che vogliamo attrarre e trattenere nella nostra città grazie ad una serie di eventi collaterali, manifestazioni culturali come percorsi artistico monumentali. Un insieme di iniziative intorno a cui si concentri l’intera comunità alcamese, che sarà impegnata nell’accoglienza e nella presentazione delle nostre risorse naturali, dalla spiaggia di Alcamo Marina alla riserva naturale di Bosco d’Alcamo, e di quelle artistiche ed architettoniche. Insomma, promozione autentica del territorio che permetterà di avviare finalmente la politica di attrazione del turista. Il tutto comporterà l’afflusso di denaro capace di rivitalizzare la nostra economia e, quindi, stimolare nuove iniziative imprenditoriali e occasioni di lavoro. Questa non è utopia. Non si deve confondere con utopia quello che non si è ancora fatto, è un gesto o di pigrizia o di malafede. Noi immaginiamo possibile una città che vuole migliorare e crescere e desideriamo che ogni cittadino possa mettere le proprie competenze al servizio della comunità. Noi vogliamo contrastare la pratica diffusa del clientelismo, del perseguimento dell’interesse personale, in sostanza la cattiva amministrazione che ha messo in ginocchio la nostra città.
Le discussioni più accese le ha avuto con Bonventre, non pensa che questo potrebbe favorire gli altri candidati a sfavore dei “due litiganti”?
Onestamente non penso che siano definibili discussioni accese. Io ho solo espresso il mio punto di vista in ordine alla natura, che definisco padronale, dei partiti nella nostra città ed ho più volte fatto riferimento al sistema di potere, clientelare e di controllo che esiste, quello che nel complesso definisco democrazia malata e limitata e che costituisce ragione della nascita di ABC e dell’impegno di tanti, me compreso. Ed ho anche sostenuto che “i proprietari” del PD di Alcamo sono certamente fulcro di tale sistema nella nostra città. Sebastiano Bonventre si è risentito ed io ho detto “informatelo” convinto come sono che lui, vivendo da anni a Palermo, non conosce la realtà alcamese.
Alcuni dicono che ABC è contro tutti a prescindere e che i suoi componenti si sentano gli unici possessori della verità. Lei che è stato scelto come principale rappresentante delle idee del movimento, cosa pensa di questo?
Nessuno di noi è depositario della verità, tantomeno io: è un’accusa strumentale, antitetica alla sagoma della mia formazione ed anche alle mie credenze. In verità, sentiamo fortemente che mai come in questo momento i tempi siano maturi per cambiare la storia politica della nostra città. ABC si propone come movimento di rottura, contro un sistema politico clientelare e contro la politica del malaffare. Voglio sottolineare che ABC non è antipolitica, bensì si propone di rappresentare la versione più nobile della politica, quella che coniuga il ragionamento di futuro all’amore per la propria città. ABC è contraria alla politica intesa come professione, come carriere interminabili. ABC vuole interpretare un modo diverso di fare politica, un modo nuovo. ABC è collaborazione fra le persone, è partecipazione, è libertà. Il nostro movimento è a favore del bene comune, è a favore della città, è a favore del dialogo con i cittadini. ABC è aperta a tutti coloro i quali vogliono dare una mano al movimento e vogliono con esso crescere e migliorare. La forza di questa proposta porta spesso i nostri giovani a essere intransigenti, perché credono e meritano un futuro migliore.
Si sa che lo sport influisce su molti aspetti della vita di chi lo pratica, lei ha praticato Basket, in cosa ha influito?
Sono cresciuto in un ambiente fortemente influenzato dalla passione sportiva. Ho praticato per molti anni l’attività cestistica. Lo sport è una palestra di vita, nel praticarlo si impara tutto quello che serve per vivere in mezzo agli altri. ll senso di coesione che si instaura all’interno di una squadra abitua al rispetto reciproco, regala grinta e aiuta a credere in se stessi, moltiplicando quelle energie che servono ad affrontare con responsabilità le difficoltà del gioco come della vita. Soprattutto mi ha formato nella convinzione che il risultato di una squadra, come di una comunità, dipende dalla coesa volontà di tutti di raggiungere l’obiettivo….ed in questa competizione elettorale l’obiettivo coincide con una svolta epocale.