A parlare nell’opera “Fuochi” di Marguerite Yourcenar è un io frantumato che si compone di tante voci del passato. La scrittrice, calandosi nei panni e nella mente di personaggi letterari e mitici, ne racconta le sensazioni e i pensieri che li hanno attraversati per descrivere, da un punto di vista interno, le vicende conosciute da noi, solo attraverso la narrazione dei fatti. Yourcenar ci fornisce la possibilità di vedere le vicende così come non le abbiamo mai viste, come se a viverle fossimo noi stessi. La “crisi passionale” (così in Prefazione), che ispirò l’opera, si trova quindi trasfigurata: ascoltiamo i monologhi di Fedra, di Antigone, di Maria Maddalena, di Clitennestra, di Saffo, che ci consegnano un’immagine della realtà interiore che rivela ritratti psicologici di miti del passato.