La XXIX edizione de La Macchina dei Sogni, il festival di teatro di figura e narrazione diretto da Mimmo Cuticchio, si svolgerà il 2, 3 e 4 agosto – poco prima del tramonto – tra le rovine del parco archeologico di Selinunte.
Una parte dell’Iliade prenderà vita per accompagnare gli spettatori in una narrazione itinerante, che partirà dal sentiero che introduce al Parco, e proseguirà intorno alle rovine del tempio G.
Il progetto, che è stato presentato oggi pomeriggio dall’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Amleto Trigilio, da Mimmo Cuticchio e dal direttore del parco archeologico di Selinunte, Caterina Greco, proporrà un connubio originale fra la forma epica greca e l’oralità del cunto, un viaggio itinerante di grande suggestione visiva e di forte impatto espressivo.
“L’arte di Cuticchio – ha detto l’assessore Trigilio – esalterà la bellezza dei templi di Selinunte offrendo ai visitatori un nuovo metodo di fruizione dei Beni culturali. E’ un percorso che, nel segno della continuità, vogliamo potenziare e per questo motivo vorremmo mettere a disposizione di Cuticchio uno dei locali del parco di Selinunte per la sua scuola per pupari e cuntisti.
Inoltre, vorremmo invitarlo per le manifestazioni per il rilancio del teatro di Racalmuto”.
Cuticchio coinvolgerà attori, musicisti, narratori – tra gli altri, Alfio Antico, Paolo Buggiani, Giacomo Cuticchio, Mario Crispi, Giovanni Guarino, Bruno Leone, Paola Pace, Fulvio Verna – e gli allievi di un laboratorio temporaneo, che prenderà il via domani a Selinunte.
“I templi sono legati agli dei, come le chiese ai santi, allora immaginiamo che a parlare siano gli stessi dei – spiega Mimmo Cuticchio – e che raccontino le vicende che hanno portato alla disfatta di Selinunte. I narratori-sacerdoti racconteranno le vicende umane e saranno aiutati dai pupi, mentre gli dei, che governano i destini dell’uomo, narreranno la storia dal loro punto di vista, parlando dei conflitti, dell’odio e della cupidigia che portarono alla distruzione di quei luoghi di culto”.