CASTELVETRANO – Si rinnova il piacere di condurre i nostri ospiti a visitare i terreni confiscati alla mafia e spiegare loro la bellezza di questo paesaggio generoso e amaro, ostaggio ,un tempo, di chi avrebbe voluto impedirne lo sviluppo, oggi consegnato alla comunità per scopi sociali.
Sono venuti a trovarci numerosi soci della Coop Lombardia, che con spirito pronto e collaborativo, è stata promotrice della raccolta fondi da destinare alla creazione della Cooperativa che nascerà a Castelvetrano, intitolata a Rita Atria, quale restituzione di giustizia e riconoscimento del sacrificio di questa giovane donna, affinché non sia rimossa dalla memoria collettiva in questo tempo di oblio.
Nel produrre i frutti di una semina attraverso l’olio Libera Terra, consegneremo simbolicamente a Rita un piccolo risarcimento, quando le farraginose pratiche burocratiche si completeranno e si potranno finalmente attivare i lavori.
C’è un vento leggero che spira tra le chiome degli ulivi, in contrada Seggio-Torre, le parole si confondono con il rumore dei trattori che passano, colmi di quello che a breve diventerà oro verde, che sgorga dalla nostra terra, riarsa dal sole, che stenta a distendersi sul tramonto, in questo pomeriggio di ottobre inoltrato.
Le macchine passano velocemente, qualcuna rallenta per curiosare e chiedersi, probabilmente, chi siano queste persone assembrate in un campo, dal finestrino aperto di un’altra, si leva una voce: “ Arrestateli tutti”. Rimaniamo un po’ perplessi, i nostri ospiti ci guardano, non capiscono, ma andiamo avanti nella nostra narrazione sui beni confiscati, sui nomi che connotano il Presidio di Libera – Castelvetrano, sulle sue attività.
Ci inoltriamo nel casolare, occhio di pietra desolato, spalancato sul giardino diroccato, in attesa di ritornare a vivere.
Attorno a noi percepiamo stima e affetto, lo comprendiamo dai sorrisi, dalle strette di mano, dall’attenzione e dalla testimonianza che queste persone ci hanno regalato. E quando ci dicono: “ Grazie per quello che fate in terra di mafia, resistete”, ci sentiamo utili e meno soli.
Di Libera Castelvetrano