ALCAMO. La questione del precariato alcamese è stata in più momenti protagonista del dibattito del consiglio comunale di ieri. Ad una prima comunicazione del consigliere Caldarella, che ha dichiarato di occupare l’aula fin quando non giungeranno risposte certe per questi lavoratori, è seguita l’interrogazione del conigliere Nicolosi che ha chiesto maggiori informazioni sul riordino degli stessi.
In entrambe le occasioni è intervenuto direttamente il Sindaco, Sebastiano Bonventre, che ha precisato che il comune non ha alcun interesse a mandare a casa deliberatamente i lavoratori, molti dei quali con mutui sulle spalle, ma che la situazione nazionale e regionale si è fatta via via più complessa ed attualmente non viene garantita alcuna certezza a nessun lavoratore in scadenza di contratto. Ad alcuni il contratto non verrà rinnovato perchè Alcamo non ha rispettato il patto di stabilità e ad altri perchè, ha esplicitato il Sindaco, la regione ha cercato di salvaguardare se stessa affamando i comuni; infatti, a ottobre 3 milioni e 200 mila euro non sono giunti nelle casse comunali, nonostante fosse previsto che vi arrivassero, con tutte le conseguenze che un tale taglio comporta nella gestione del Comune.
Attualmente il comune ha avanzato tutti gli stipendi dei dipendenti precari, anche se il 70 % di questo denaro dovrebbe rientrare nelle casse del comune.
Sulla questione dei precari il Sindaco è infine tornato per proposta di riordino, spiegando che già nei primi giorni dopo l’insediamento ha cercato di far qualcosa in tal senso cercando di usare al meglio tutte le forze presenti al comune a seconda della qualifica con cui sono stati assunti.
In particolare, dei 127 lavoratori di categoria A, che si potrebbero occupare anche di mansioni diverse da quelle fino ad oggi ricoperte, ha tentato di spostarne alcuni per coprire servizi che il comune deve dare altrimenti in appalto a ditte esterne. Di questi non è stato possibile spostare gli addetti al tribunale, ai servizi scolastici e ai servizi sociali per evitare scompensi nella gestione di questi settori.
27, invece, dovevano essere riorganizzati per svolgere le mansioni da contratto, ma a seguito della visita medica obbligatoria prima del cambio di settore si è verificato un fatto anomalo: un numero esiguo di lavoratori è stato effettivamente riorganizzato e svolge adesso dignitosamente un lavoro diverso, i restanti, controllati dal medico legale del comune, sono risultati non idonei in quanto sofferenti di crisi asmatica o di ernia lombo-sacrale (in numero 5 volte superiore alla media nazionale) che impedisce loro di essere spostati. La questione rimane attualmente ancora aperta, in quanto il comune non si può permettere di pagare sia il personale non idoneo sia le ditte esterne a cui vengono appaltati i lavori.