Condizioni precarie per i detenuti del carcere di Trapani

TRAPANI. Gaspare Gruppuso, cappellano della casa circondariale di San Giuliano, lancia l’allarme sulle condizioni precarie di numerosi detenuti del carcere trapanese, soprattutto extracomunitari, i quali vivono in condizioni disumane, non disponendo spesso neanche dei beni di prima necessità. “Ad alcuni, soprattutto agli immigrati – spiega monsignore Gaspare Gruppuso – manca tutto: le ciabatte per fare le doccia e le scarpe per uscire per l’ora d’aria, i francobolli e i soldi per telefonare e comunicare con la famiglia, ad alcuni persino la carta igienica. La totalità degli extracomunitari e molti italiani sono sprovvisti di biancheria intima, scarpe, asciugamani, calze, tute, pigiami e vestiti in genere, così come di prodotti per l’igiene personale”.

A tal proposito è intervenuto il direttore della Caritas diocesana di Trapani, monsignor Sergio Librizzi, con la decisione di promuovere la campagna “adotta un detenuto”, che già nel 2000 aveva assicurato a quei detenuti in situazioni più disagiate, un contributo mensile per potersi dotare almeno del minimo indispensabile per sostenere una vita dignitosa, seppur colma di stenti.

“La realtà è grave e va ripresa alle radici considerando che non basta giustificare questa condizione umanamente degradante affermando che siamo in un momento di crisi: ci sono diritti fondamentali della persona – ha commentato Librizzi – che riguardano la dignità prima ancora della moralità, che vanno affermati come valori assoluti anche dietro le sbarre. I grandi facciano quello che vogliono noi continuiamo, come chiesa, come possiamo, a stare accanto a quanti soffrono senza ricercare le soluzioni globali, ma nel limite del possibile, rendendo una credibile testimonianza cristiana attraverso gesti concreti anche se piccoli e spesso nascosti”.

CONDIVIDI
Commenti Facebook
Articolo precedenteFuturo e Libertà si rinnova
Articolo successivoDomani presentazione del traffico crocieristico a Trapani