PALERMO- “Comune e Regione intervengano immediatamente sulla questione della rimozione della Costa Concordia. Il porto di Palermo ha tutte le carte in regola per poter operare nella fase di smaltimento del relitto”.
Questo l’invito del deputato del Pd Davide Faraone sulla questione della rimozione e dello smaltimento della nave da crociera che l’anno scorso si è incagliata fra gli scogli dell’isola del Giglio. “Ho presentato una interrogazione per chiedere al ministro dell’Ambiente Clini di considerare il porto di Palermo come il sito strutturalmente ed economicamente più adatto in questa circostanza. Chiederò inoltre di rivedere la decisione presa nelle scorse settimane dal consiglio dei ministri: il governo dimissionario, infatti, in fretta e furia ha deciso che il relitto debba essere trasportato nel porto di Piombino. Peccato che il porto toscano non abbia i requisiti per accogliere una nave di quelle dimensioni. Così arbitrariamente è stato deciso, inoltre, di stanziare ben 140 milioni di euro per lavori di adattamento e di ampliamento del porto.
Perché – incalza il deputato democratico – investire questi fondi pubblici, quando il porto di Palermo, potrebbe accogliere e operare sul relitto senza necessità d’investimenti preventivi sulle infrastrutture portuali?
Perché questo governo tecnico prima fa della spending review il suo vessillo e poi è pronto a spendere 140 milioni di euro per degli inutili lavori di adattamento del porto di Piombino, quando in Italia ci sono alternative a costo zero?
La cantieristica navale siciliana – conclude Davide Faraone – è in ginocchio, colpita dalla crisi del settore. Lo smaltimento della Costa Concordia potrebbe essere per i nostri cantieri e per tutti gli operai, oggi quasi tutti in cassaintegrazione, una grossa opportunità di rilancio”.