PALERMO – Per un attimo Marcello Dell’Utri ci ha sperato, illuso da quell’ “imparziale riforma”, letto dal presidente della Corte d’Appello, che gli ha fatto credere a un ribaltamento della sentenza di condanna. Ma le speranze dell’ex senatore Pdl, per cui il pg ha chiesto l’arresto per pericolo di fuga, sono durate poco più di un istante: interrotte bruscamente dal “ridetermina la pena in sette anni di reclusione” che non gli ha più lasciato scampo. Confermata dunque in appello la pena all’ex senatore per concorso esterno in associazione mafiosa: “Speravo in un’altra sentenza, ma accetto il verdetto“.
Dopo 19 anni di alterne vicende giudiziarie e tre sentenze – due di condanna, rispettivamente a 9 e 7 anni, – ecco il quarto verdetto: l’ex manager di Publitalia è colpevole di concorso in associazione mafiosa. Nessuna assoluzione, nessuna dichiarazione di prescrizione, come auspicavano i legali, anche se i fatti contestati risalgono ormai a trent’anni fa.