In queste ore la Direzione investigativa antimafia sta confiscando beni per circa 1,3 miliardi al “re dell’eolico”, l’alcamese, Vito Nicastri. Si tratta dell’operazione di confisca più consistente avvenuta in Italia.
I sigilli non riguardano solo le 43 aziende tra società e partecipazioni collegate nel campo della produzione dell’energia alternativa, ma anche 98 beni immobili fra ville e palazzine, terreni e magazzini, autovetture, motocicli e imbarcazioni. Nel patrimonio confiscato ci sono pure 66 “disponibilità finanziarie” fra conti correnti, depositi titoli e fondi di investimento.
L’imprenditore alcamese si occupava di progettare, realizzare e vendere parchi eolici “pronti all’uso” in tutta la Sicilia, conseguendo ricavi milionari.
Secondo le indagini l’imprenditore Vito Nicastri è considerato un uomo vicino alla cosca mafiosa del trapanese guidata dal super latitante Matteo Messina Denaro. Infatti secondo la Dia, l’ex elettricista alcamese, è considerato uno spregiudicato manager al servizio del latitante castelvetranese.
Questa vicinanza ha favorito secondo gli inquirenti: “la sua trasformazione da elettricista a imprenditore specializzato nello sviluppo di impianti di produzione elettrica da fonti rinnovabili, facendogli assumere una posizione di rilievo nelle regioni del Meridione.”
Vito Nicastri operava attraverso diversi partner criminale a secondo di ogni piazza di investimento: Matteo Messina Denaro nella provincia di Trapani, Salvatore Lo Piccolo nel Palermitano e gli ‘ndranghetisti di Platì, Africo e San Luca.
Il provvedimento di confisca, firmato la settimana scorsa dal collegio presieduto da Piero Grillo, è stato proposto dalla Dia, coordinata e diretta da Arturo De Felice.
Il Tribunale di Trapani ha anche inflitto a Vito Nicastri la sorveglianza speciale per tre anni con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza (Alcamo).
“Noi continuiamo – commenta De Felice – a cercare i grandi patrimoni delle mafie, per individuare gli altri insospettabili prestanome dei padrini e così mettere all’angolo Matteo Messina Denaro.”