Elezioni amministrative a Castellammare: la mafia bussa alla porta.

Trasparenza. Oggi dovrebbe essere la prima cosa da ottemperare. Dovrebbe essere il vero motivo che spinge un partito o un movimento a buttarsi nella mischia. Trasparenza che in certi momenti sembra vacillare. A Castellammare è tempo di elezioni, e quando si parla di candidati la trasparenza è sulla bocca di tutti. Fuori dalle liste chi è condannato, indagato per fatti gravi, fuori. Il messaggio è chiaro ma non tutti hanno scelto di seguire questa strada. Bisogna solo aspettare la chiusura delle liste, ma è questo il momento di filtrare e eliminare le impurità.

In questo periodo storico dove la crisi occupa un posto centrale nella quotidianità di ognuno di noi, la mafia ottiene più consenso. Riesce come nessun altro ad avere liquidità, forza, influenza, tutto più velocemente e in modo più efficiente. Riesce più di chiunque altro ad accaparrarsi appalti, finanziamenti, forniture e soprattutto, ci tengo a sottolinearlo, liquidità. Oggi sono molti che non riescono ad accedere a mutui e prestiti della banche, ma trovano sempre la mafia dietro la porta pronta a concedere qualunque cifra in cambio di qualcosa, ovviamente.

Gli incendi e gli altri atti criminosi che hanno interessato Castellammare nei mesi scorsi, non sono da sottovalutare. Le elezioni amministrative sono un terreno fertile per la mafia, per trovare consenso e soprattutto per trovare accordi importanti. La mafia durante le elezioni è sempre pronta a bussare alla porta di tutti. È questo il momento in cui cerca di rafforzare i suoi rapporti con la politica. È questo il momento in cui si deve chiudere la porta in faccia a Cosa nostra.

La trasparenza dovrebbe essere sinonimo di politica, ma per far in modo che ciò avvenga, occorre la collaborazione di tutti. Politici, attivisti, simpatizzanti, cittadini, commercianti. Tutti. Bisogna negare il consenso e negare accordi. I castellammaresi non meritano questo, non meritano accordi sottobanco, come non meritano un porto in queste condizioni. Non lo vogliono.

Le recenti operazioni antimafia che hanno portato all’arresto di 37 persone nel palermitano, tra cui il sindaco di Montelepre, hanno evidenziato ancora una volta come il rapporto tra mafia e politica sia forte e frequente. Anche i sequestri che nei giorni scorsi hanno interessato l’impero di Nicastri, Morici, Coppola e soprattutto Matteo Messina Denaro hanno sicuramente inflitto un duro colpo alla criminalità organizzata. Ma non è abbastanza.

Chiudere la porta in faccia alla mafia, negarle in consenso, questo è il vero contrasto. Rimuoverla dalle origini, dove nasce, dove si ramifica e dove cerca appoggio. Bisogna installare un “filtro” concreto per evitare contatti con questa gente.

Per una volta facciamo realmente il bene di Castellammare del Golfo e dei suoi abitanti. Ne abbiamo bisogno.

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.