ALCAMO. La situazione economica dei comuni, ormai è noto a tutti, non è sicuramente positiva nè lascia prospettare un futuro particolarmente positivo per quanto riguarda tassazioni e spese future. Eppure il comune di Alcamo, stando alle relazioni dell’Assessore al Bilancio, Gianluca Abbinanti, non versa in condizioni pessime come altri comuni e nonostante abbia sforato il patto di stabilità, di cui paga quest’anno le conseguenze, ha cercato di far in modo di mantenere comunque il bilancio comunale in attivo.
Il patto di stabilità, infatti, per norma prevede che il comune chiuda il suo bilancio tra entrate e uscite con un utile di 3 milioni e 475 mila euro, quando il comune ha chiuso quello del 2012 “solo” con 2 milioni e 620 mila euro in attivo. Già il fatto che un comune chiuda i propri bilanci in positivo dovrebbe essere una nota positiva, ma purtroppo non basta e oggi si pagano i danni di questo sforamento. Tuttavia il comune ha ridotto la sua spesa progressivamente per evitare che ciò che è accaduto con il bilancio 2012 si ripeta e dagli oltre 41 milioni di spesa si è passati ai circa 36 milioni, proprio per cercare di salvaguardare comune e di conseguenza le tasche dei cittadini.
Il comune non è in deficit, ma ha ugualmente ridotto la spesa corrente di oltre 3 milioni di euro in un solo semestre, cercando di risparmiare ove possibile, ma mantenendo il welfare (servizi alle disabilità, agli anziani e sociali sono stati salvaguardati). A ciò va aggiunto che il consiglio comunale ha votato a settembre il bilancio di previsione e solo ad ottobre (27) e dicembre (4) lo stato e la regione hanno deciso di erogare, arbitrariamente, meno di quanto pattuito per il pagamento dei precari, in tutto oltre 400 mila euro in meno che ha dovuto sborsare il comune.
A tutto ciò bisogna aggiungere che il futuro appare ancora incerto perchè la crisi economica non permette di rendere i bilanci di previsione sempre esattamente coincidenti con ciò che poi si verifica nella realtà, soprattutto per quanto riguarda le entrate. Nello sforamento del patto ha contributo una previsione di entrate dovute al progetto che riguardava il cimitero e la vendita delle nuove zone che poi non è corrisposta ad una effettiva entrata complessiva. Lo stesso dicasi dell’Imu per cui si prevedeva un incasso di almeno un milione superiore a quello effettivamente giunto nelle casse comunali (9 milioni di euro); tutti fattori apparentemente calcolati e semplici ma che risentono di notevoli altre variabili al punto da non poter garantire alcuna certezza per il futuro se non quella che il comune si impegna a rispettare lo stato di ristrettezze dovuto alla crisi.
Anche per quanto riguarda l’Imu, l’assessore Abbinanti tiene a sottolineare che il comune di Alcamo ha cercato di mantenere la tariffa tra le più basse e di sicuro la più bassa in provincia di Trapani. Su un aliquota base di 0,76 il comune ha applicato un aumento fino allo 0, 96, a differenza di molti altri comuni che hanno portato la tassazione al 1,16. Per quanto riguarda terreni agricoli e attività artiginali il comune ha mantenuto la tassazione più bassa possibile cercando di favorire l’economia locale. Gran parte delle decisioni economiche, tuttavia, non sono unicamente imputabili al comune, ma ascrivibili ad una politica nazionale e regionale che tende a tagliare sempre di più sul locale.