PALERMO – Massimo Pandolfo, è questo il nome del cadavere rinvenuto lo scorso 26 aprile in una discarica della borgata di Acqua dei Corsari con il volto fracassato da colpi di pietra e 40 coltellate. Inizialmente la vittima era stata identificata dai familiari come Alessandro Porretto, uno psicolabile, ma di lì a breve la notizia era stata rettificata in quanto la polizia ha incontrato quest’ultimo mentre passeggiava lungo le strade di Bagheria.
La scomparsa di Pandolfo era stata denunciata dalla madre, preoccupata dal suo mancato rientro a casa. L’uomo, imprenditore 46enne, aveva precedenti per truffa ad istituti di credito ma stando alle prime indagini non sembra esserci nessun collegamento con il movente dell’omicidio. Così come sembra allontanarsi anche il filone legato all’attività lavorativa della vittima che, negli ultimi periodi, si dedicava alla ristrutturazione di edifici nel centro storico di Palermo. Gli inquirenti starebbero invece seguendo la pista passionale maturata nell’ambiente degli omosessuali che l’imprenditore frequentava abitualmente.