PALERMO. Si sta svolgendo in queste ore una delle ultime udienza del processo che vede imputato il senatore PDL Tonino D’alì, per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, D’Alì, avrebbe contribuito concretamente al rafforzamento della presenza di Cosa nostra sul nostro territorio, mettendo a disposizione la carica che ricopre e i propri mezzi economici; avrebbe tenuto rapporti stretti a partire dagli anni 90 con personaggi di spicco legati a Cosa nostra tra i quali i boss della famiglia Messina Denaro.
Gli atti processuali parlano di una vendita fittizia tra D’Alì e i Messina denaro, di un terreno in contrada Zangara a Castelvetrano, che secondo la procura allora, servì per coprire un’operazione di riciclaggio di circa 300 milioni di lire.
Oggi sarà il turno del Sostituto Procuratore Andrea Tarondo, che leggerà la sua requisitoria, sostenendo l’accusa. Poi verranno ascoltate le parti civili, in attesa della prossima udienza, in cui la difesa, rappresentata dai legali Gino Bosco e Stefano Pellegrino, pronuncerà la sua arringa, a seguito della quale verrà emessa la sentenza.
In questa occasione l’Associazione Libera, rappresentata dal coordinatore provinciale Salvatore Inguì, costituita parte civile nel processo, ha dato appuntamento ai suoi sostenitori sulla scalinata del Palazzo di Giustizia di Palermo per un sit in volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul procedimento.