BALESTRATE – Si è svolta ieri pomeriggio la cerimonia per la ricorrenza del 30° anniversario dell’uccisione dell’appuntato Giuseppe Bommarito, ucciso assieme al Capitano D’Aleo e al carabiniere Pietro Morici.
A celebrare la messa Don Ciotti, presidente di Libera che durante l’omelia ha affermato: “E’ necessario unire le forze delle persone oneste, facendole diventare una sola grande forza di cambiamento. Non possiamo essere cittadini ad intermittenza: non basta commuoverci, ma dobbiamo muoverci di più e tutti”. “Dobbiamo imparare a decidere da che parte stare – continua -, senza mai scendere a compromessi”.
A conclusione della funzione un corteo è partito da Piazza Rettore Evola per raggiungere la stele commemorativa intitolata a Bommarito. Presenti al corteo anche i diversi sindaci del comprensorio.
“E’ necessario che tutti cresciamo, sia moralmente che civilmente – ha affermato il sindaco di Balestrate Salvatore Milazzo durante il suo intervento dinanzi la stele – per sconfiggere per davvero la mafia. Un forte no alla mafia, un si alla scuola, alla cittadinanza, ai ragazzi, a tutto ciò che davvero può far paura a questa organizzazione criminale”.
“Bommarito rappresenta un pezzo della storia dell’arma – ha invece affermato il Prof. Nando Dalla Chiesa – rimanendo in servizio anche dopo l’uccisione del capitano Basile, di cui lui era l’autista. Ha continuato il suo lavoro, pur sapendo che anche la sua vicinanza a D’Aleo l’avrebbe portato a correre innumerevoli rischi”. “Non dobbiamo pensare che queste persone sono morte per fare il loro lavoro – continua Dalla Chiesa -, loro sono morte perchè altre persone non facevano il loro lavoro”.
Ultimo intervento quello del Dr. Giuseppe Todaro Presidente dell’Associazione Libero Futuro: “Sono un imprenditore che ha denunciato i suoi estorsori e che ora, attraverso l’associazione cerca di fare lo stesso con altri che si trovano nella mia precendente condizione. Quando ho deciso di denunciare l’ho fatto soprattutto per i miei figli, mi vergognavo a dover dire loro che gli avevo dato la possibilità di studiare, di imparare l’inglese ma non gli avevo insegnato come si fa a contrastare la mafia”.
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