Clandestini, doppio salvataggio

Due mercantili hanno recuperato in mare 200 persone, i primi 100 arriveranno a Trapani nel pomeriggio.

Viaggiavano come hanno fatto tanti altri. Nessuno sapeva niente di loro. Nessun tracciato radar li aveva individuati. Buio attorno a loro. Buio anche per la notte fonda durante la quale stavano attraversando il Canale di Sicilia. Nessuno avrebbe saputo niente di loro se non fosse stato per un mercantile che li ha incrociati e il cui equipaggio li ha tratti in salvo. Cento persone, uomini, donne e bambini, che oramai erano li per lì per affondare, avendo scelto un barcone malconcio per la loro traversata dalla Libia a Lampedusa. Salvati, 87 uomini, 11 donne e 2 bambini, tutti eritrei. La loro sorte sembra fosse segnata, quella di andare a finire in fondo al mare come è successo ad altri clandestini, tanti, vittime di naufragi conosciuti e naufragi rimasti ignoti. A bordo del mercantile che li ha salvati qualcuno ha fatto cenno alle traversie, all’interminabile viaggio dall’Eritrea, dal cosidetto corno d’Africa, sino alla Libia, qualcuno in Libia ha fatto anche la galera, lì i clandestini finiscono in cella. Poi la partenza sul barcone, e infine dopo la paura di affondare l’arrivo di quella “grossa nave” che li ha salvati. Si tratta di una petroliera di 270 metri, arriverà nel primo pomeriggio davanti Trapani, al largo di Favignana avverrà il trasbordo dalla nave alle motovedette di Capitaneria, Polizia, Finanza, Carabinieri, poi arriveranno a Trapani dove da questa notte la prefettura ha attivato la sala per le emergenze, allertando la protezione civile, e gli organismi sanitari, e delle forze dell’ordine.

Le 100 persone verranno accolte, rifocillate, visitate, sicuramente saranno destinati al centro di Salinagrande dove vengono alloggiati i clandestini che hanno diritto di chiedere asilo politico, e chi arriva dall’Eritrea è nelle condizioni di potere avanzare questa richiesta al nostro Paese. Mentre la Petroliera stanotte prendeva a bordo i 100 disperati, altri 106 venivano individuati suppergiù nella stessa zona di mare da un altro mercantile. Di questi 106 ancora si sa poco, ancora nemmeno si sa se anche questo mercantile farà rotta verso Trapani o verrà dirottato altrove, forse Lampedusa. Se dovesse giungere a Trapani si prevede un arrivo nella tarda serata. A fare intercettare quest’altro barcone è stata la telefonata giunta questa notte alla Centrale Operativa di Roma della Guardia Costiera da parte del fratello di un migrante che si trovava su un gommone in difficoltà nel Canale di Sicilia, fornendo anche il numero di un telefono satellitare presente a bordo. Grazie a quest’ultima informazione, la Guardia Costiera è stata in grado di localizzare l’unità, che risultava a circa 90 miglia a Sud di Lampedusa. Sul punto è stato inviato il pattugliatore d’altura della Guardia Costiera (Nave Peluso) e dirottato un mercantile di bandiera turca, l’Ayse A, che navigava in zona. Nave Peluso ha fornito ai migranti la prima assistenza, in attesa che giungesse l’Ayse A per prendere a bordo i migranti, 106 in tutto, di nazionalità subsahariana. Le operazioni si sono concluse alle 5.50 circa, quando le due unità hanno lasciato il punto del soccorso, nave Peluso per continuare la propria attività di pattugliamento del Canale di Sicilia.Stanotte in 200 hanno rischiato la vita nel Canale di Sicilia, chissà se davvero erano solo questi 200 a navigare o se non c’era ancora qualche altra imbarcazione. Le testimonianze di chi è stato salvato saranno certamente utili a capire se siamo dinanzi ad una tragedia sfiorata o se stanotte qualcuno ha perduto la vita cercando una nuova vita. E’ un dramma che purtroppo non si ferma, una emorragia di popoli continua, costante, interminabile.

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Rino Giacalone, direttore responsabile e cronista di periferia. Vive nel capoluogo trapanese sin dalla sua nascita. Penna instancabile al servizio del territorio e alla ricerca della verità.