“Terra Alcami. Imago Urbis”: Ignazio Longo e i misteri di Alcamo

Passeggiamo spesso per le strade della nostra città e ammiriamo ciò che ci sta intorno restando stupefatti, talvolta, per tanta bellezza. La realtà dei fatti è che sono in pochi a conoscere ciò che ci circonda e i segreti della città, luogo in cui la storia ha lasciato segni quasi  in ogni angolo.

Abbiamo intervistato l’architetto e professore Ignazio Longo che ha dedicato parte della sua vita ad uno studio approfondito su alcuni aspetti peculiari della città di Alcamo che sono stati in parte racchiusi nel suo testo “Terra Alcami. Imago Urbis”. La prefazione dell’opera, di grande rilevanza culturale, è stata curata dal Professore F. Maurici, il quale definisce il testo come un contributo importante alla storia urbanistica e più in generale alla storia della città di Alcamo.
Ecco cosa ci ha risposto, invece, il suo stesso autore.

Da che cosa nasce questo lavoro ?
Nasce dall’amore profondo per Alcamo e dagli studi di storia urbanistica come studente dell’Università di Palermo che mi hanno portato ad indagare su quei dettagli, che spesso sfuggono, per conoscere ciò che ancora non si sa della nostra città. Il testo, è incentrato su alcuni aspetti importanti e poco conosciuti di Alcamo; è diviso in 4 capitoli che trattano di opere, come il dipinto del Collegio (1723-1743), la stampa di Cesare Orlandi(1770) e mostra le mappe della città prodotte durante il  periodo borbonico e dal catasto postunitario.

C’è un evento in particolare che l’ha spinta a scrivere questo libro?
Certo, la visione e l’esame approfondito del dipinto del Collegio. Ero interessato a capire chi fosse stato il committente e l’autore del dipinto e per quale motivo in esso fossero presenti diverse modalità di pittura, talvolta in disaccordo con la tecnica prospettica generale presente nel dipinto.

Ha trovato le sue risposte?
Ovviamente come capita durante ogni ricerca, si parte con delle domande, non a tutte si riesce a dare una risposta che abbia il sostegno di una documentazione. Ho scoperto molte cose che mi hanno fortemente colpito, ma un punto oscuro è rimasto lo stesso autore del dipinto.

Sembra che dietro questo libro ci sia una mole di lavoro enorme, quant’è stato difficile reperire tutte le informazioni necessarie?
La mole di lavoro e di ricerca è stata vastissima, ma la cosa che mi ha più colpito ed entusiasmato è stata la presenza di documenti su Alcamo, fuori Alcamo. Partendo dagli studi su questo dipinto, infatti, ho poi trovato altre mappe, estendendo le mie ricerche a tutta l’Europa, grazie anche ad internet e al costante contatto con esperti in diverse zone d’Italia. Nell’introduzione illustro, inoltre, un excursus di carte che raffigurano la nostra isola, da Tolomeo (II d.C. circa) fino alle carte di Samuel von Schmettau (1720-21).

Abbiamo notato una data a fianco al dipinto…
Si, le date, o meglio l’arco temporale che attribuisco alla stesura del dipinto, sono giustificate dalla mancanza di una delle porte, Porta Collegio, della quale conosciamo, da un’altra fonte , la data di costruzione. Il dipinto deve quindi essere necessariamente precedente a quella data, il 1743.

Alcune curiosità sul dipinto?
La particolarità dell’opera presenta per la prima volta la città intra-moenia  e l’estensione extra-moenia.  Le due città sono in perfetto equilibrio, equidistanti da Piazza Ciullo che sembra fungere da cerniera tra i due agglomerati urbani. A sud della città, invece, possiamo notare che gli isolati non toccavano le mura di cinta, come se ci fosse uno spazio di rispetto al perimetro urbano (che individuo come pomerium), con lo scopo di  difendere la città. Dal dipinto si evince che ci sono 8 porte e manca,invece, porta del Collegio, successiva, come dicevamo prima, allo stesso. Possiamo individuare la porta d’ingresso (porta dei Saccari- fontana Palermo) più significativa che è dipinta con una ghiera, che evidenzia la stessa e ci fa supporre fosse la via d’accesso più importante. Per analizzare il dipinto mi sono dovuto munire di un file ad alta risoluzione che mi ha permesso un’analisi nel dettaglio.

Quando uscirà il suo lavoro?
La pubblicazione è prevista per ottobre, a cura della casa editrice Aracne, e conterrà la prefazione del prof. Ferdinando Maurici (direttore del parco archeologico Jato).

Grazie.

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