“Hundreds feared dead as migrant boat sinks off Sicily…Hundreds of African “boat people” are feared dead after a fire on board a ship smuggling them to the southernmost Italian island of Lampedusa”.
“Au moins 62 personnes sont mortes jeudi dans le naufrage d’un bateau, près de Lampedusa, une île proche de la Sicile”.
Questi appena scritti sono gli incipit di due grande testate internazionali rispettivamente il “Time UK” e “Le Monde”. L’ennesima strage degli innocenti consumata all’alba a largo di Lampedusa, campeggia da ore sulle prime pagine internet di questi due importanti quotidiani Europei. Ed intanto di minuto in minuto si fa la conta dei cadaveri recuperati. Prima quattro, poi dieci, poi improvvisamente diventano 60, poi ancora 82, tra questi anche quattro bambini. Ma non sono semplici numeri, a ogni di loro infatti corrisponde il corpo di un uomo, di una donna di un bambino che ha perso la vita appena prima dello sbarco a Lampedusa. Ma all’appello ne mancano ancora 250, fino ad ora sono stati tratti in salvo solo 120 migranti salvati dalle motovedette e da alcune barche da diporto che stanno partecipando ai soccorsi. L’allarme è stato dato dall’equipaggio di due pescherecci che transitavano nella zona. “Basta! Ma che cosa aspettiamo? Cosa aspettiamo oltre tutto questo? E’ un orrore continuo”. Così sintetizza la situazione drammatica il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, che ha anche annunciato l’arresto di uno scafista. “Le dimensioni non le conosciamo ancora – dice Nicolini -. Se è vero che erano 500 sul barcone e in salvo già sul molo ce ne sono soltanto 130, è davvero un orrore”. Ma a Lampedusa la situazione è davvero drammatica se si pensa che poco prima del naufragio era approdata un’altra <carretta> con 463 extracomunitari a bordo. I profughi erano stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza che già ieri ospitava oltre 700 persone. Secondo alcune testimonianze che arrivano da Lampedusa il barcone che ha preso fuoco si è rovesciato inabissandosi con tutto il suo carico umano, e in acqua ancora ci sono centinaia di corpi che galleggiano. A bordo del barcone c’erano anche una trentina di bambine, donne e tra queste alcune anche incinta. La piccola banchina del porto dell’isola ormai è diventata un cimitero. Lì allineati vi sono i corpi dei senza vita chiusi dentro sacchi neri di plastica. Duro il commento di Papa Francesco: “E’ una Vergogna – dice – preghiamo per le vittime”.