Condannato a trent’anni l’assassino di don Michele Di Stefano

TRAPANI. Il gup di Trapani Massimo Corleo, ha condannato a 30 anni di reclusione per omicidio a scopo di rapina e al risarcimento dei familiari della vittima, costituitisi parte civile, Antonio Incandela, il manovale trentaduenne reo confesso dell’assassinio di don Michele Di Stefano, parroco della frazione di Ummari, ucciso a bastonate nella canonica della chiesa “Gesù, Maria e Giuseppe” lo scorso 26 febbraio.

Al momento del suo arresto, avvenuto il 17 aprile scorso, Incandela aveva affermato di aver agito per “dare una lezione” al prete perchè irritato dalle sue omelie, ma non di volerlo uccidere. In seguito aveva sostenuto di essere stato molestato dal sacerdote quando era ragazzino.

Il giudice ha escluso la premeditazione dell’imputato, che è stato giudicato con rito abbreviato. L’avvocato Orazio Rapisarda, legale rappresentante di Incandela, ha già annunciato ricorso in appello.

Per Incandela, il pm Massimo Palmeri che ha coordinato le indagini, aveva chiesto l’ergastolo.

Fonte: AGI

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