Mille firme per dire no al pizzo

Castellammare del Golfo – Una marcia per dire no al pizzo. Venerdì mattina più di un centinaio di persone hanno marciato per il Corso Garibaldi di Castellammare del Golfo per dire no al pizzo. L’evento organizzato dal FAI (Federazione Antiracket Italiana), da Addio Pizzo e Libero Futuro è l’atto conclusivo di un percorso iniziato con la collaborazione delle scuole e delle associazioni del territorio.

Un’iniziativa importante per la cittadina del golfo che spesso è finita sotto i riflettori per avvenimenti legati al fenomeno mafioso e soprattutto alle estorsioni che hanno interessato molti imprenditori e commercianti. Un segnale forte quello che hanno dato i cittadini scesi a marciare al fianco delle forze dell’ordine per metterci la faccia anche loro, e per ribadire ancora una volta che gli imprenditori non sono soli. Istituzioni e cittadini fianco a fianco per ribadire da che parte stanno.

I cittadini castellammaresi hanno le idee chiare, infatti proprio ieri hanno consegnato virtualmente mille firme contro li pizzo al sostituto procuratore Andrea Tarondo che le sottoporrà ai suoi colleghi, e insieme a loro scriverà una lettera alla cittadinanza. La consegna delle firme è un gesto simbolico che sottolinea la vicinanza della società civile ai magistrati, alle forze dell’ordine e soprattutto ai commercianti.

Presenti Enrico Colajanni, presidente di Libero Futuro (associazione antiracket dedicata a Libero Grassi, l’imprenditore palermitano assassinato il 29 agosto 1991 dopo aver intrapreso un’azione solitaria contro la richiesta del pizzo), e Nicola Clemenza l’imprenditore che ha detto no al pizzo. “È stato il successo di una società che pretende il giusto riscatto. Noi di Libero Futuro – continua Nicola Clemenza – in sintonia con le altre associazioni continueremo a fare ognuno la sua parte. Nello specifico saremo vicino agli imprenditori assistendoli fin dalla denuncia al Tribunale. Con queste iniziative, anche nella rete di consumo critico, non lasceremo soli quanti dicono no al pizzo.”

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Emanuel Butticè. Castellammarese classe 1991, giornalista pubblicista. Laureato in Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni all’Università degli Studi di Palermo con una tesi sul rapporto tra “mafia e Chiesa”. Ama viaggiare ma resta aggrappato alla Sicilia con le unghie e con i denti perché convinto che sia più coraggioso restare.