Il boss Totò Riina intercettato nel carcere di Opera mentre parla con Lorusso, criminale pugliese, rivela alcuni retroscena delle stragi commesse dalla mafia, parla di Falcone, Dalla Chiesa e Andreotti. Dice “dell’accoglienza” che decise di riservare al generale Dalla Chiesa già quando seppe che aveva avuto un importante incarico a Palermo, quello di prefetto. Riina dice a Lorusso che Dalla Chiesa forse pensava di trovarsi di fronte il terrorismo che aveva sconfitto; la mafia è ben altro e da subito si organizzarono per ucciderlo. Ancora continua la conversazione intercettata con un riferimento a Falcone: “fortuna che decise di guidare, poteva rimanere in vita”. Infatti l’unico sopravvissuto fu l’autista che sedeva dietro, dove teoricamente doveva sedere Falcone con la moglie. Parla anche di Andreotti: “Quello è stato una persona seria, a livello mondiale. Figlio di p…, che persona seria, eh? Chiesa e casa, casa e chiesa. Questo qua era un burattinaio, che cavolo di burattinaio…”. Quindi aggiunge: “Ce l’hanno con Andreotti perché era un cornuto Andreotti, era ‘ngagghiatu bbuono era…- – Lui non era ‘ngagghiatu con nessuno, neanche con sua moglie ngagghiò”. Sostiene che agganci non ne aveva ma sapeva fare tutto bene e da solo.
E del famoso bacio tra Andreotti e se stesso, mai confermato da alcuna sentenza, ma raccontato da un pentito, Riina scherza: “Figurarsi se non sceglieva il più malandrino”. Ma poi il processo è stato capace di sbrigarselo da solo, essendo stato assolto senza alcun addebito.