Il consorzio per la legalità e lo sviluppo della provincia di Trapani ha eletto il nuovo presidente. E’ il sindaco di Castelvetrano, l’avv. Felice Errante. L’incarico è riservato infatti ai primi cittadini dei Comuni che aderiscono al consorzio e che sono Alcamo, Calatafimi-Segesta, Campobello di Mazara, Castellammare del Golfo, Castelvetrano-Selinunte, Erice, Marsala, Mazara del Vallo, Paceco, Salemi, Trapani e Vita. Tra i sindaci di questi Comune si nomina il presidente. Errante subentra al sindaco di Calatafimi, Nicolò Ferrara, che è decaduto dall’incarico nel momento in cui si è dimesso da sindaco di Calatafimi. Dimissioni “indotte” dalla vicenda giudiziaria che lo ha travolto, una accusa di corruzione, una mazzetta da 3 mila euro che avrebbe preso per agevolare un imprenditore ad aggiudicarsi un’asta pubblica dopo la dismissione di automezzi comunali. Vicenda oramai nota alle cronache giudiziarie. Ferrara era finito ai domiciliari, le sue dimissioni da sindaco hanno indotto il gip a revocare la misura cautelare per il venir meno dei pericoli di reiterazione del reato e inquinamento delle prove. Il suo arresto era nell’aria. Lo avrebbe dovuto avere percepito lo stesso Ferrara che raggiunto da un avviso di garanzia era stato sentito dai pm della Procura di Trapani titolari dell’indagine, ammettendo la circostanza, cosa che già aveva fatto anche l’imprenditore che gli aveva messo in tasca i soldi, spiegando però circostanze diverse da quelle infine contestate dall’accusa e che cioè si trattava di soldi presi per tacitare richieste di contributi e di aiuto che gli giungevano continuamente, ha detto, da cittadini indigenti, e comunque in una fase ben distinta dall’aggiudicazione della gara. Il lavoro di indagine della squadra mobile ha condotto ad altre “verità” tanto che quando quella gara non poté essere aggiudicata a quell’imprenditore, perché d’improvviso comparve un’altra offerta, Ferrara venne intercettato a parlare con i funzionari di come risolvere l’inattesa situazione…e la gara fu sospesa. Il neo presidente del consorzio Errante però su tutta questa vicenda ha liquidato la cosa in due parole “…vicende che… non sono in alcun modo riconducibili con l’attività dello stesso Consorzio”. Errante ha indubbiamente ragione, l’attività di Ferrara da presidente del Consorzio non c’entrano nulla in modo diretto, ma è possibile che anche indirettamente non si spendano nemmeno le consuete parole di fiducia nella magistratura e di speranza che l’indagato eccellente possa chiarire la posizione?
Tante volte abbiamo detto che spesso ad aiutare le mafie è la mancanza di indignazione dei cittadini. Oggi siano dinanzi ad una mancanza di indignazione di rappresentanti istituzionali. Ferrara guidava un consorzio dedicato alla legalità e allo sviluppo, con un avviso di garanzia in tasca per corruzione a metà dicembre non ha avuto tentennamenti addirittura a presiedere un seminario indetto dal consorzio e dedicato ai temi dell’anticorruzione. Ad amministratori e funzionari pubblici il consorzio ha voluto spiegare le novità della nuova legge che prevede l’attivazione di percorsi di controllo contro la corruzione dentro le pubbliche amministrazioni, Ferrara da presidente aprì quei lavori. Oggi si scopre la grave contraddizione che in quel momento lui si portava dentro. Forse allora qualche parola il neo presidente, gli altri sindaci, i Comuni aderenti al consorzio avrebbero potuto dirla, quantomeno per dimostrare che loro non sono solo capaci di chiedere ai cittadini di indignarsi dinanzi alle malefatte piccole e grandi ma che anche loro politici hanno questa qualità. E invece silenzio…il solito silenzio che finisce però con il fare un grande rumore.